Un'attrice matura e ormai finita si reca in Italia per una vacanza. Un giovane bellimbusto, fallito il proposito di sfruttarla, la lascia. Lei allora si consola con un poveraccio che le fa una corte assidua.

Ogni tanto gli anniversari non vengono per nuocere. È il caso del sessantesimo del Festival di Cannes che ha spinto il suo Presidente e mentore Gil Jacob a celebrare offrendo ai registi di cui sopra la possibilità di realizzare un film di 3 minuti avente al centro la sala cinematografica o comunque l'idea di film già realizzato. Quindi niente lavoro del set, registi e attori ecc.. ma l'opera finita e il suo rapporto con il luogo che resta ancora (almeno idealmente) al centro della sua fruizione. Ne è uscito un mosaico davvero interessante di letture e di spunti.

Abby, studentessa americana fuori corso, arriva a Tokyo per stare accanto al suo fidanzato, che prontamente parte alla volta di Osaka. Lei però non lo segue, nella speranza che il ragazzo si ravveda e ritorni di sua volontà. Intanto è costretta a scontrarsi col suo pessimo giapponese e con qualche lavoretto di fortuna. Affascinata dal negozio di ramen sotto casa, Abby decide di imparare l'arte della cucina dallo chef Maezumi e da sua moglie Reiko. Purtroppo il lavoro non è quel che pensava, e il suo primo compito è fare le pulizie. Nella speranza di apprendere la preparazione dei ramen, Abby persiste, ma Maezumi non pare intenzionato a farla crescere professionalmente...

Evan Evans, impresario e direttore artistico di un balletto femminile, vieta alle ragazze di avere relazioni sentimentali. Una di questa gli affida il suo bambino, spacciandolo per suo nipote. Poco dopo nella sua vita compare un altro neonato che è davvero suo nipote e le cose si complicano.