Filumena, una matura signora con un passato da prostituta, è stata per venticinque anni la mantenuta di Don Domenico (Mimì) Soriano, ricco pasticciere napoletano e suo cliente di vecchia data, di fatto amministrando i beni e la casa di lui come una vera e propria moglie.Per costringere Don Mimì al matrimonio e ad abbandonare la sua condotta dissoluta, si finge morente, ingannando anche un prete e un medico; Domenico, credendola in fin di vita, la sposa con la falsa prospettiva di un breve legame. Dopo aver scoperto l'inganno, Domenico, furente, si rivolgerà a un avvocato, che inesorabilmente spiegherà a Filumena che lo stratagemma è stato inutile perché un matrimonio contratto con l'inganno non può essere valido.
L'amore tra un giovanotto e un'attricetta di varietà è contrastato dalla famiglia. La malafemmina è D. Gray, allora soubrette in voga. La canzone omonima è una delle più belle di Totò, anche qui tenuto a freno dalla censura democristiana. La scena della dettatura della lettera è da antologia. La sintonia di Totò e Peppino è qui perfetta. Grandissimo successo: 4 milioni e mezzo di spettatori.
Poveri in canna, Felice e Pasquale vengono assunti, con le rispettive famiglie, da un marchesino che vuole sposare la figlia di un cuoco arricchito. Devono fingersi i suoi parenti aristocratici in casa del suocero. Teatro filmato, ma dichiarato, esplicito. Con le leggere modifiche di Ruggero Maccari e dello stesso regista, la commedia di Scarpetta funziona ancora benissimo. Totò è grande, la Faldini bella.
Ricevuto in dono un cliché per banconote da 10000 lire con una risma di carta filigranata, un portinaio stampa, con la complicità di due amici, un po' di cartamoneta falsa. Scritto da Age & Scarpelli, è uno dei migliori film di Totò in coppia con P. De Filippo. Come al solito, la regia di Mastrocinque è artigianale e professionale.
Avventure, amori e tribolazioni di otto soldati del Regio Esercito Italiano che nel giugno 1941 sono mandati a presidiare un'isoletta greca dell'Egeo dove rimangono sino all'inverno del 1943, dimenticandosi degli avvenimenti bellici in corso. Uno degli otto non tornerà. Senza ambizioni storiche, è una favola, un racconto di formazione, un apologo sull'amicizia virile, sul desiderio di fuga (è dedicato “a tutti quelli che stanno scappando”), sulle difficoltà di crescere. Chiude un'ideale trilogia sul viaggio e su una generazione, quella del regista, formata da Marrakech Express e Turné. Un bel gioco di squadra attoriale e un'accattivante mistura di buffo e patetico con molti stereotipi e qualche leziosaggine ruffiana. Girato nell'isola di Kastellorizo (Megisti in greco). Oscar per il film straniero.
Alla fine del secolo scorso, in un'industria tessile torinese, un grave incidente è la scintilla che fa scoppiare le prime proteste operaie contro le inumane condizioni di lavoro. La protesta si trasforma in un durissimo sciopero, guidato del professor Sinigaglia, durante il quale un operaio muore. Gli operai rientrano in fabbrica, sconfitti, ma con un filo di speranza.
Il maestro Scannagatti, genio musicale incompreso, vive nel paese di Caianello. Per convincerlo a dirigere una banda musicale gli promettono un incontro con l'editore Tiscordi. Scannagatti si reca a Milano per portare all'editore le sue composizioni. Viene creduto pazzo e cacciato. Il primo lungometraggio italiano a colori è in pratica una raccolta di sketch del repertorio di Totò, dal vagone letto al numero del direttore d'orchestra a quello della marionetta. Momenti sublimi, da mandare a memoria.
Il guappo: Totò vittima dei soprusi di un camorrista. "Pizze a credito": Sofia Loren salva in estremis il suo adulterio. "I giocatori": De Sica, nobile interdetto, sfida a scopa il bambino del portiere del palazzo. "Il funeralino": un bimbo povero è morto; che almeno abbia un degno percorso funebre. "Teresa": la prostituta Silvana Mangano si sposa. "Il professore": Eduardo docente di pernacchio. Dal libro omonimo di Giuseppe Marotta, sei bozzetti, fra commedia e dramma, raccontati con intensa partecipazione e sapiente eleganza.
Il pasticcere Vanni Porelli viene incaricato di restaurare una casa di campagna, che gli anni e l'incuria hanno degradato, e di organizzarvi la festa di laurea per Sandra, figlia della padrona. Costei è una signora che, dieci anni prima, gli aveva dato un bacio il giorno dell'entrata in guerra dell'Italia. La festa sarà un fallimento, non certo per colpa di Vanni, ma per la meschinità degli invitati.
Brancaleone è di nuovo in viaggio con la sua banda di straccioni. Questa volta è diretto in Terra Santa, alla conquista del Santo Sepolcro. Improvvisamente Brancaleone e i suoi, fedeli al papa Gregorio, vengono attaccati dai soldati seguaci dell'antipapa Clemente: si salvano solo quattro persone e lui, il quale, disonorato per non essere morto in battaglia, invoca la Morte che gli si palesa (impersonata da Gigi Proietti). Brancaleone, spaventato dall'apparizione, le chiede una proroga, per avere il tempo di compiere una gloriosa impresa, che gli viene eccezionalmente concessa. Riprende così il suo cammino verso Gerusalemme e, insieme alla nuova armata dei quattro sopravvissuti, parte per nuove avventure.
Il barone Antonio Peletti, avarissimo, ha ricevuto dal padre in eredità una fortuna in oro e gioielli. Lui la tiene nascosta sotto il pavimento, negandone l'esistenza: infatti una clausola del testamento dice che dovrebbe donarne metà al municipio per la costruzione della scuola, mentre l'altra metà è riservata a suo figlio Gastone. Da qui si susseguono beffe e colpi di scena finché tutto s'aggiusta.Soggetto tratto dall'omonima commedia di Ettore Petrolini.
l'8 settembre 1943. Mentre un maresciallo dei Carabinieri (De Sica) si traveste da prete, un falso prete (Totò) indossa la sua divisa. Equivoci e disavventure a catena. Il difetto di questa commedia grottesca sta nella sceneggiatura. Per due terzi sta in piedi, in chiave di farsa, per merito di un ottimo Totò e di un funzionale De Sica nel suo flautato gigionismo, ma verso la fine si appesantisce nel patetico. Si ride, ma spesso a spese del buon gusto e del buon senso.
Due ragazzi assaltano una gioielleria, ma il proprietario li mette in fuga: uno dei rapinatori reagisce però uccidendo sia il proprietario del negozio che un operaio che cercava di fermarli. Le indagini vengono assegnate al commissario Bertone: questi si muove subito tra mille difficoltà (è anche messo sotto inchiesta dal sostituto procuratore), che tuttavia non gli impediscono di mettersi sulle tracce di una "Anonima anticrimine" di cui fanno parte anche l'ex questore e altre autorità...
Antonio Carotenuto (De Sica) maresciallo dei carabinieri, viene inviato dalla natìa Sorrento a Sagliena, un paesino dell’Abruzzo. Sensibile al fascino femminile, il maresciallo è attratto sia dalla bella e provocante “bersagliera” che dalla riservata Anna, la levatrice del paese…
Attraverso quattordici brevi episodi, scorrono altrettante situazioni tra il comico e il tragico in cui emergono i vizi eterni dell'italiano medio, alle prese con la violenza di fine anni Settanta.
In un casale della campagna toscana vive Elena, moglie separata del conte Leonardo. Con lei sono la figlia minore, un vecchio zio, l'amministratore e la domestica Fosca con la figlioletta. Il conte Leonardo, sempre a caccia di soldi, si presenta al casale con l'amante per chiedere l'ennesimo prestito alla ex moglie. Anche la figlia maggiore raggiunge il casale con il fidanzato. In un incidente d'auto muore Leonardo ed Elena vuole vendere la tenuta. Ma quando il contratto è già pronto, la figlia maggiore lascia il fidanzato, la minore torna da Roma, Fosca rinuncia a raggiungere il marito in Australia, perché scopre che laggiù si è già rifatto una famiglia.
Beniamino Lovacchio è affamato e senza un soldo. Rimasto senza casa in seguito alla guerra, trova rifugio, momentaneamente, in un'aula scolastica. Poi, prende possesso dell'appartamento riservato al custode del cimitero; ma la paura fa novanta e decide di tornare alla scuola. Qui, però, dopo varie avventure, viene cacciato. Quando dopo verie peripezie, possono prendere possesso di un lussuoso appartamento scoprono che un imbroglione lo ha affittato contemporaneamente a vari inquilini.
Cinque fratelli scoprono che uno zio morto in Sudafrica ha lasciato loro in eredità una grossa somma. Ma solo liberandosi dei loro difetti potranno entrarne in possesso. Tutti cercano allora di mettersi in buona luce presso la moglie dello zio, una bellissima ragazza. Ma i loro trucchi vengono scoperti e la bella zia diventa unica erede del patrimonio, disposta a dividere la somma con l'unico nipote che non ha cercato di inganna.
Una commedia sociale per raccontare un Paese che ha bisogno di risvegliarsi dal torpore. Proprio come farà la sua protagonista, Paola Cortellesi, donna abituata alle angherie del quotidiano, alle prepotenze del traffico e che un giorno, rincontrando amici di vecchia data, avrà la forza per alzare la testa e smuovere qualcosa, magari rimettendo le cose al proprio posto.