Il comandante di un reparto inglese che si batte in Birmania contro i giapponesi (siamo nel 1943) è fanatico sostenitore del pugno di ferro. Non esita a far fucilare dei civili e a lasciar uccidere i suoi commilitoni. Morirà lui stesso nel tentativo di ricongiungersi con il grosso degli inglesi
Marie Colvin è stata reporter di guerra per il Sunday Times dal 1985 fino alla sua morte, a Homs (città della Siria orientale), nel 2012. Bella e talentuosa, ha vinto numerosi premi, convinto Arafat a raccontarle la sua vita e Gheddafi a farsi intervistare ben due volte. In Sri Lanka aveva perso un occhio e guadagnato un coraggio da pirata. Era stata a Timor Est, in Cecenia, in Iraq, Afghanistan, Libia e Kosovo. Con il fotografo freelance Paul Conroy aveva stretto un sodalizio professionale che durò fino alla fine.
Chris ha un caro amico scapolo che ha bisogno, per certi suoi maneggi, di una finta moglie. Chris gli presta la sua. Mary dapprima è divertita dalla novità, ma presto la situazione la stanca e si finge innamorata del giornalista: immediatamente Chris mette fine al gioco.
Due fratelli, reporter di guerra, si contendono una ragazza. I tre si perdono e si ritrovano in circostanze drammatiche.
Un giornalista statunitense a Mosca viene costretto col ricatto a favorire la fuga di un portiere d'albergo e di sua figlia. Ma lui fa di più: sposa la ragazza.