1902: in zona selvaggia lungo il fiume Ussuri, ai confini con la Manciuria, Dersu Uzala, solitario cacciatore mongolo e di età indefinita, incontra la piccola spedizione cartografica del capitano russo Arseniev. Il nomade salva la vita all'ufficiale e i due diventano amici. Si ritroveranno cinque anni dopo, e questa volta sarà il mongolo a dovere la vita al russo.

Sono almeno una diecina, tra muti e sonori, i film ispirati al romanzo (1847-49) di Henri Murger che nel 1896 fu messo in musica (La Bohème) da G. Puccini su libretto di Illica e Giacosa. Il film del finnico A. Kaurismäki è ambientato in una Parigi dei giorni nostri quasi astratta; i personaggi sono artisti e poveri, ma tra i quaranta e i cinquanta anni, spesso immigrati; invece di Puccini, musica di Mozart, valzerini francesi, voci di Moulodji e S. Reggiani e una triste canzone giapponese per la morte di Mimì. I fatti sono press'a poco gli stessi, ma privi di aura romantica, raffreddati da una recitazione atonale e da un umorismo impassibile. Citazioni a iosa e 2 comparse speciali: i registi Louis Malle e Samuel Fuller. Impregnato di un'allegria da naufraghi che non esclude né dignità né tenerezza.

Dopo aver passato insieme l'infanzia in un quartiere popolare di Manhattan, due amici prendono strade diverse: uno diventa magistrato, l'altro delinquente. Il primo condannerà a morte il secondo.

Il violinista Jeno Varga ripercorre la sua vita, quando fin da bambino suonava senza conoscere la musica, fino all'ultimo concerto di Praga dove il suo destino si lega a quello di Sophie e David.

Un branco di adolescenti ingenui cospira per uccidere un amico comune, il cui comportamento aggressivo si è rivelato eccessivo.

La giovane proprietaria di una casa discografica usa una tecnologia rivoluzionaria per fingere di essere una rockstar.

Il sergente Ramsey, incaricato di neutralizzare i robot difettosi, deve affrontare un efferato campione di sadismo, omicida psicopatico, che ha escogitato un sistema che li trasforma in assassini.