Edward Bloom crede che un uomo, a furia di raccontare delle storie, diventi lui stesso quelle storie. Infatti è solito narrare, fra lo stupore di chi lo circonda, storie fantastiche e assurde riguardanti la sua vita: dall'incontro con un uomo alto 5 metri, a quello con una strega con un occhio di vetro capace di mostrare alle persone che vi guardano dentro il momento della propria morte. Suo figlio William, però, non apprezza questa sua presunta mancanza di serietà e per questo con il tempo si allontana da suo padre. Quando Edward si ammala gravemente Will intraprende un personale viaggio alla scoperta della vita del padre che lo porterà a scoprire il gusto del racconto e che le storie raccontate dal padre hanno più verità di quanta se ne potesse immaginare!

Ad Amity, cittadina balneare del New England, si sparge il terrore per gli attacchi di un terribile squalo bianco. Un poliziotto, un ittiologo e un cacciatore di squali si mettono in mare per dargli la caccia.

Rosetta, che non è ancora maggiorenne, si deve far carico della madre alcolizzata con cui vive in una roulotte in un camping ai margini di un bosco. Licenziata da una fabbrica dove era stata assunta in prova va in città per vendere alcuni abiti usati e conosce Riquet che lavora in un chiosco dove si vendono cialde. Rosetta viene assunta e al contempo ha anche finalmente un amico che le rimane accanto anche quando, qualche giorno dopo, viene nuovamente licenziata. La ragazza, dopo l'ennesimo scontro con la madre, decide di abbandonare la roulotte e riceve ospitalità da Riquet. Il bisogno di trovare un lavoro continua però a tormentarla.

Da 9 racconti (e dalla poesia Lemonade: l'episodio con Jack Lemmon) di Raymond Carver. Nella sua mescolanza di generi e di toni questo grande capitolo della saga americana di Altman è una commedia umana dove si può trovare di tutto, come nella vita. Come Carver – di cui sviluppa i racconti, modificandoli e allacciandoli l'uno all'altro – il regista non interviene a commentare i fatti: si limita a raccontarli con lucidità, dolente partecipazione e una libertà che lascia allo spettatore la possibilità del giudizio. Si apre con un minaccioso volo di elicotteri e si chiude con una scossa di terremoto a Los Angeles, dove si svolgono le storie (ambientate da Carver a Seattle o Portland). C'è chi ha trovato quest'affresco troppo amaro, impietoso, disperato. Altman non ha bisogno di alzare la voce per fare l'apocalittico. America oggi? Ma qui si parla anche di noi. Leone d'oro 1993, ex aequo con Tre colori-Film Blu di Kieslowski, e una Coppa Volpi straordinaria al complesso degli interpreti.

I due "irresistibili brontoloni" John (Lemmon) e Max (Matthau), sempre presi a farsi dispetti e a litigare, hanno la vita stravolta dall'arrivo di Sophia, nei panni di una pluridivorziata che vuole aprire un ristorante.

Quoyle (Spacey) cresce complessato e triste, vittima di tutti, soprattutto della donna più orrenda che esista (Blanchett), che lo sposa, gli porta gli uomini in casa, fugge e ritorna, per andarsene definitivamente, dopo aver venduto la loro bambina a un'organizzazione di adozioni. Fortuna che la donna muore in un incidente e la bimba torna col papà. Con l'aiuto di una zia (Dench) la famigliola si trasferisce in un paese sul freddo mare di Terranova, dove trova gente dura e triste, dedita al mare e alle tragedie. Inaspettatamente Quoyle, la cui famiglia ha trascorsi pirateschi e misteriosi, trova lavoro in un giornaletto locale e lì esprime un talento che nessuno, a cominciare da lui, sospettava. Incontra anche una vedova (Moore) con la quale si rifarà una vita.

Il camionista Philo Beddoe è un pugile da strada che vive con un orango di 75 chili di nome Clyde. Philo si invaghisce di una bella cantante e finisce anche per darle dei soldi, ma quando la donna sparisce all'improvviso, il camionista decide di mettersi sulle sue tracce insieme all'amico Orville, all'orango e alla bella fruttivendola Eco...