Una povera ragazza vede immagini felici nelle fiamme ardenti dei fiammiferi che lei accende per scaldarsi, mentre sullo sfondo risuona il "Quartetto per archi n. 2 in re maggiore: Terzo movimento: Notturno (Andante)" di Alexander Borodin.
Atterrito da un'orda di nubili vogliose, Lancelot, inibito baronetto, è costretto al matrimonio da uno zio malatissimo. Accetta di portare all'altare una bambola meccanica, l'esatto "doppio" di Ossi, figlia di Hilarius, artefice di automi e robot. La vera Ossi prende il suo posto, innescando buffi equivoci a catena. Quella del 27enne E. Lubitsch è una fiaba di tono scanzonato, di allegra bizzarria e di simulato candore, ricca di invenzioni al limite del surreale e di sottintesi psicanalitici, non priva di una divertente vena anticlericale. Racconta la storia di una iniziazione maschile, incubi compresi. Come dice Michael Henry in un saggio del 1971, i punti in comune col contemporaneo Das Kabinett des Dr. Caligari sono numerosi. Ispirata a un'operetta di A.E. Wilner, basata su racconti di E.T.A. Hoffman, è una burla con cui il regista fa emergere la componente ludica dell'espressionismo.
Un fabbricante di giocattoli costruisce una bambola spaventapasseri per sua nipote, che gli chiede di raccontarle la storia di Oz. Il nonno racconta così che il Paese di Oz è guidato dal primo ministro Kruel, dopo che la giovane principessa Dorothea di Oz, erede al trono e promessa sposa al principe, è stata misteriosamente rapita dalla sua culla. Nel frattempo in Kansas la giovane Dorothy apprende dalla sua gentile zia Emma e da una lettera che attendeva i suoi diciott’anni per esserle consegnata di essere proprio lei la principessa. Un tornado trasporterà lei, lo zio Henry e due braccianti proprio a Oz, dove li attende una mirabolante avventura.