La figlia di un ricco industriale americano (Liz Taylor) va a Zurigo per essere vicina al violinista (Vittorio Gassman) che studia in Svizzera e di cui lei è innamorata. Ma amore e carriera non vanno d'accordo; lui parte per una tournée e lei, per ripicca, sposa un pianista (John Ericson). Anni dopo, il conflitto fra vita e sentimenti si ripropone.

Al teatro Regio di Parma, durante un concerto, il violinista Niccolò Paganini (1782-1840) rivive episodi della sua vita, i successi, le ossessioni erotiche. L'incontro tra il luciferino Klaus Günther Nakszynsky, in arte Kinski, e Paganini era fatale, scritto nelle stelle, date le leggende che circondano la vita sregolata del meno genovese tra i figli di Genova, tutta violino, oro, donne e amor filiale. Il regista s'adegua all'attore: brandeggia la cinepresa come un mitra, ricorre al rallentatore come un alcolizzato alla bottiglia e a un montaggio che vorrebbe essere creativo ed è soltanto sgangherato. A mezza strada tra un gigantesco spot un po' porno e un film sperimentale di avanguardia in ritardo. Il violino è quello di Salvatore Accardo. V.M. 18 anni per una serie di acrobatici congressi carnali, raccontati come stupri graditi alle succubi.