Harry Sultenfuss (Dan Ackroyd) è vedovo dal 1961, anno in cui nasce la piccola Vera e in cui sua moglie muore di parto. Harry di mestiere fa l'impresario di pompe funebri, stravede per la figlioletta, ormai undicenne, e non ha nessuna intenzione di risposarsi. Vera è un po' strana, è innamorata di uno dei suoi insegnanti, ha un solo amico , l'occhialuto e timido Thomas (Culkin), e somatizza le malattie di cui sono stati affetti i clienti del papà. Senza contare che è gelosissima del babbo. Così quando Harry comincia ad avvicinarsi a Shelly (Curtis), lei non la prende bene. Jamie Lee Curtis truccatrice di cadaveri è una buona idea. Così come tutto il lato macabro del film. L'altra grande idea è quella di far morire Culkin per la puntura di un'ape. Insomma la storia è un buon racconto di formazione. Quel che non funziona è la regia di Zieff che la butta troppo spesso sul sentimentale.

Due uomini scappano da un reparto ospedaliero per malati terminali di cancro, e si avventurano per un viaggio durante il quale depenneranno da una lista le cose che vorrebbero assolutamente fare prima di passare a miglior vita...

Vincent è un misantropo col vizio della bottiglia, delle scommesse ai cavalli e delle cattive maniere. Ruvido e scostante, Vincent non piace alla gente e a Vincent non piace la gente. Fanno eccezione Daka, una prostituta russa incinta con cui intrattiene una relazione economico-affettiva e Oliver, un ragazzino di pochi anni che si è appena trasferito con la madre nella casa adiacente alla sua. Maggie, separata e in affanno col lavoro, chiede a Vincent di occuparsi di Oliver in sua assenza. Prima riluttante e poi convinto dal compenso, Vincent accetta di dedicarsi al ragazzo, a cui rivelerà suo malgrado il suo cuore grande. Perché Vincent da molti anni ormai si prende cura della moglie, colpita da demenza senile, e di Daka, a cui paga gli esami per la gravidanza. Chiamato dal suo insegnante a raccontare la storia di una persona conosciuta e in odore di santità, Oliver sceglierà proprio Vincent, contribuendo col suo amore ad addomesticarne il cattivo umore.

Bartleby Gaines ha un problema: non è stato ammesso a nessun college presso cui abbia fatto domanda e ciò non può piacere ai suoi genitori. Nella sua stessa situazione si trovano altri amici e amiche. Che fare? Con l’aiuto di Internet ci si inventa un’università inesistente, il South Harmon Institute of Technology (acronimo SHIT con tutte le battute del caso). Poi si ristruttura in parte (grazie alle prime quote versate dalle famiglie) un istituto psichiatrico e si dà il via alle lezioni (con uno zio a cui è stato revocato l’incarico di insegnamento nella scuola ufficiale) ritrovandosi un numero considerevole di iscritti frustrati dai rifiuti dei college ‘veri’. Peccato che nella zona ce ne sia uno di questi, frequentato da studenti spocchiosi e con un preside che assomiglia a Bush. Se volete vedere un film sessantottino girato nel 2006 Ammesso fa per voi.

Alvin, Simon e Theodore sono tre scoiattoli che hanno stabilito la loro dimora in un albero che viene abbattuto per farne un albero di Natale. Con i tre ancora all'interno del tronco, l'albero è spedito a destinazione, nell'atrio della prestigiosa Jett Records, guidata dal perfido e astuto Ian Hawk nel centro di Los Angeles. Ian è stato ai tempi del college compagno di stanza di Dave Seville, uno sfortunato musicista e autore che non ha mai abbandonato la speranza di raggiungere il successo professionale attraverso la sua estrosa sensibilità musicale.

Goddard Bolt, un miliardario senza scrupoli, vuole costruire un centro industriale in un quartiere periferico di Los Angeles del quale è proprietario per metà. L’altra metà è di un altro miliardario, Vance Crasswell che propone a Bolt una scommessa: se riuscirà a vivere per trenta giorni in incognito come un barbone il terreno sarà suo; altrimenti tutta l’area andrà a Vance. Spinto dalla sua presunzione Bolt accetta l’ardua scommessa.