Il film non ha né trama né dialogo. Si tratta di un collage di vari filmati, spesso accelerati o rallentati, che vogliono principalmente raffigurare lo sviluppo della civiltà attuale così come la conosciamo noi. Il film guida lo spettatore attraverso un viaggio che inizia con la natura per passare successivamente all'intervento dell'uomo e diventa sempre più frenetico, il tutto sottolineato da una colonna sonora minimalista.

Un'ora e un quarto su un pianeta sconosciuto: la Terra riscoperta su scala di un centimetro. I suoi abitanti: creature fantastiche, insetti ed altri esseri viventi in mezzo all'erba e nell'acqua. La sua campagna: una foresta impenetrabile di ciuffi d'erba, gocce di rugiada grosse come palloni. Questa è l'esplorazione di un nuovo mondo, un semplice prato, durante un giorno d'estate: un giorno, una notte e l'alba di un secondo giorno. Un singolo giorno è paragonabile a un'intera stagione in questo microcosmo. Un intero periodo di vita dove, come per gli insetti, l'arco di una vita si misura in settimane.

Nonostante a prima vista sembri solo una distesa di rocce e sabbia, il deserto è vivo. Vedrete rocce semoventi, pozzanghere di fango che ribollono, fiori stupendi e l'infinita battaglia per la sopravvivenza tra le creature del deserto.

Norman Winther vive con la sua compagna Nebaska (indiana Nahanni) tra le Montagne Rocciose come cacciatore in un intenso rapporto con la natura. Si procura da solo la maggior parte delle cose di cui ha bisogno, costruisce da sè la propria casa, la propria slitta, la propria canoa ed esplora da se ciò che gli è attorno per poter capire cosa cacciare. Torna in città ogni tanto e in qualche occasione vende le pelli degli animali che caccia. Da questo rapporto che ha con ciò che lo circonda impara a capire gli equilibri della natura e a rispettarli. È convinto che l'uomo sia in grado di convivere con la natura in armonia e vive la caccia come mezzo per equilibrare, e non distruggere, l'ambiente che lo circonda.