Grazie a una prolifica carriera cinematografica e televisiva, Anton Yelchin ha lasciato un'eredità indelebile come attore. Attraverso i suoi diari e altri scritti, le sue fotografie, la musica originale che ha scritto e le interviste con la sua famiglia, i suoi amici e i suoi colleghi, questo film non si limita a esaminare l'impressionante carriera di Anton, ma offre un ritratto più ampio dell'uomo.

Tra febbraio e aprile 2020, il regista Andrea Segre, che da anni vive a Roma, è rimasto bloccato dal lockdown a Venezia, la città di suo padre e solo in parte anche sua. Lì stava lavorando a due progetti di teatro e cinema sulle grandi ferite della città: il turismo e l'acqua alta. Mentre girava, il virus ha congelato e svuotato la città davanti ai suoi occhi, riconsegnandola alla sua natura e alla sua storia, e in qualche modo anche a lui. Ha raccolto appunti visivi e storie e ha trascorso quei giorni nella casa di famiglia, dove ha avuto modo di scavare nei ricordi di ragazzo e di figlio, che lo hanno trascinato più a fondo di quanto pensasse. Archivi personali in super8 di Ulderico, il padre del regista e vero protagonista del documentario, si alternano a incontri con cittadini veneziani, che raccontano il rapporto tra la città e le acque e nello stesso tempo vivono l'arrivo inatteso del grande vuoto che ha interessato Venezia e gran parte del mondo a causa del coronavirus.