Parigi, 1981. Un agente dei servizi segreti francesi, Joss Beaumont, viene incaricato dai propri superiori di eliminare il presidente locale di una piccola repubblica dell'Africa Settentrionale, il colonnello Njala, colpevole di aver violato con la sua politica estera, gli interessi politici della Francia. Dopo un po' di tempo, però, tra varie trattative da parte dei due paesi, la situazione estera cambia, e Joss viene tradito dai suoi superiori ed arrestato dalle autorità africane, con l'accusa di aver attentato alla vita del presidente.
Un'esperienza. Inland Empire di David Lynch non è un film organico, lineare, comprensibile, con un inizio e una fine definibili tali, ma è innanzitutto un'esperienza sensoriale. Un flusso di pensiero libero di un artista, che non richiede spiegazioni, ma solamente intuizioni, emozioni personali, positive o negative che siano. Si potrebbe parlare di mondi paralleli, di realtà e finzione che si fondono, si incontrano, si abbandonano, di cinema e televisione (e di pellicola e digitale), del concetto del Tempo, non sequenziale, "random" e assoluto.