Girato da Buñuel con una parte del patrimonio di famiglia, insieme con l'amico pittore Salvador Dalì, il film mostra immagini che "escludono ogni ricorso al razionale" e danno libero corso al sogno e all'inconscio. Presentata a Parigi, l'opera aprì ai due autori le porte del gruppo surrealista che vi lesse in filigrana "un assoluto, disperato appello al crimine".
Aningaaq, un pescatore Inuit accampato sul ghiaccio di un fiordo, parla via radio con un'astronauta morente perduta nello spazio, a 500 chilometri dalla Terra. Anche se Aningaaq non capisce l'inglese e l'astronauta non capisce il groenlandese, riescono a parlare di cani, bambini, vita e morte.