Nel deserto marocchino la notte allunga le forme e il silenzio scorre sui granelli di sabbia. L’alba inizia quindi a disegnare sagome di dune mentre figure inanimate emergono nel paesaggio. Dall’astrazione della notte, la luce restituisce dimensione allo spazio e volume ai corpi. L’immobilità concentra lo sguardo e la durata lo addensa. L’adhan – la chiamata musulmana alla preghiera – risuona e l’immobilità, che si stava condensando, inizia ad irradiarsi. Ora sono i corpi a dissolversi nel deserto.
Un ritratto di Robert, un'anima tormentata ma poetica alle prese con la sua esistenza da purgatorio in un deposito di rottami