Robin Cavendish ha tutto dalla vita: è bello, aitante e fascinoso. Tanto da conquistare l'apparentemente inaccessibile Diana. Mentre la coppia di sposi nel dicembre 1958 si trova in Africa Robin contrae una forma di poliomielite che lo immobilizza in un letto e lo lega a un respiratore con una diagnosi che non gli lascia molto tempo da vivere. Diana, contro il parere della medicina ufficiale, lo porta a casa offrendogli delle opzioni terapeutiche mai tentate prima.

È il 1950 e il Brasile intero ha la radio all'orecchio o gli occhi puntati al piccolo schermo: è una questione di orgoglio nazionale. La sconfitta in casa, per mano dell'Uruguay, nell'ultima partita dei Mondiali di Rio, getta il paese in uno stato di prostrazione collettivo e devastante. Attraverso la messa in discussione della pratica della ginga, espressione di un calcio felice e spettacolare, i brasiliani mettono in discussione la loro stessa identità e la loro visione del mondo. Ma non il piccolo Dico, 9 anni, folletto del calcio giocato senza scarpe tra i vicoli di Bauru. Colpito dalla tristezza sul volto del padre, Dico gli promette che un giorno porterà il Brasile alla vittoria, e dodici anni dopo, in Svezia, onorerà quel primo voto e si farà conoscere dal mondo intero col nome di Pelé.

Verso la fine della primavera del 1890, Vincent si trasferisce ad Auvers-sur-Oise, vicino a Parigi, sotto la cura del dottor Gachet, che vive in un'umile locanda. Meno di 70 giorni dopo, Vincent muore da una ferita da arma da fuoco autoinflitta. Vediamo Vincent al lavoro, dipingendo paesaggi e ritratti. Suo fratello Theo, la moglie Johanna e il loro bambino visitano Auvers. Vincent è giocoso e affascinante, coinvolge le attenzioni della figlia di Gachet Marguerite (che ha la metà dell'età di Vincent), una giovane cameriera alla locanda, Cathy una prostituta parigina e Johanna. Poco prima della sua morte, Vincent visita Parigi, litiga con Theo, denigra la sua arte e le sue realizzazioni, balla in un bordello, ed è caldo e freddo nei confronti di Marguerite

Chuck Barris ha una doppia vita: di giorno apprezzato autore televisivo, inventore del "Gioco delle coppie" e della "Corrida", di notte spietato killer della Cia. L'autobiografia non autorizzata "Confessioni di una mente pericolosa" racconta la sua sorprendente storia, dagli esordi in televisione alle prime efferate missioni oltre cortina, dalle lezioni di spionaggio del boss Jim Byrd all'incontro con la bellissima e misteriosa Patricia. Sarà la verità o un'altra trovata della "mente pericolosa"?

Quando l'avvenente pupa di un boss del narcotraffico avvicina il reporter Gary Webb, l'ultima cosa a cui questi pensa è di essere vicino a uno scoop sensazionale. E invece, risalendo la catena alimentari degli spacciatori nicaraguensi arriva a scoprire un verità che scotta: la CIA consentiva o agevolava lo spaccio negli Stati Uniti per finanziare i Contra in chiave anti-sandinista. Quando Webb pubblica il suo dossier il bubbone scoppia: prima piovono consensi ed elogi, ma ben presto la CIA passa al contrattacco e la vita privata e professionale di Webb diventa insostenibile.

Nightwatch (Ronda di notte) è il titolo del quadro che segnò la rovina sociale ed economica di Rembrandt. Il pittore accettò nel 1642 di eseguire il ritratto di gruppo di una compagnia di milizia civica di Amsterdam, ma quando scoprì una cospirazione orchestrata dai suoi committenti, trasformò il dipinto in un atto di accusa. La vendetta di questi gli costò famiglia, posizione sociale e patrimonio.

Leone Trotsky, è stato esiliato ad Alma Ati in Kazahistan, da dove è poi riparato in Messico. Qui, assistito dalla moglie, pensa e scrive. Un giorno, è stato ucciso con una picozza con la quale Mercader gli ha sfondato il cranio. Non si sa perché e non si saprà mai. Chiaro che in mano a Losey un film del genere non può non funzionare.

Un biopic che racconta la storia e le opere di Maria Lai: l’artista più rappresentativa della Sardegna, tra le voci femminili più singolari dell’arte italiana contemporanea.