Nevrotico e inibito critico cinematografico di San Francisco, divorziato, vede apparire al proprio fianco il fantasma (J. Lacy) del Bogart di Casablanca come una specie di angelo custode e, vincendo la propria timidezza, cerca di imitarlo. Scritto da W. Allen che l'ha tratto da una sua commedia di successo (1969) in 3 atti, replicata sul palcoscenico per 453 volte, è un film brillante, armonioso, un po' verboso, con personaggi psicologicamente ben definiti, che contribuì alla nascente popolarità di Allen più delle 2 regie precedenti (Prendi i soldi e scappa e Il dittatore dello stato libero di Bananas). Il titolo riprende una celebre battuta di Casablanca (1942) in cui Ingrid Bergman, rivolta al pianista nero, dice: “Play it, Sam” (Suonala, Sam). Il personaggio di Allen si chiama Allan Felix nell'originale, ma fu ribattezzato Sam in Italia perché i distributori pensarono che non si capisse l'allusione.

George Banks è un tranquillo uomo della classe medio-alta, titolare di un'azienda produttrice di scarpe, che riceve dalla figlia 22enne Annie la notizia del suo matrimonio con Bryan McKenzie, esponente di una ricca famiglia. Ma George non riesce a immaginare la sua vita senza la figlia prediletta e comincia così a comportarsi stranamente, sotto gli occhi esterrefatti di Annie e del futuro genero, della moglie Nina e del figlio minore Matty, dei futuri suoceri John e Joanna...