Un'ora e un quarto su un pianeta sconosciuto: la Terra riscoperta su scala di un centimetro. I suoi abitanti: creature fantastiche, insetti ed altri esseri viventi in mezzo all'erba e nell'acqua. La sua campagna: una foresta impenetrabile di ciuffi d'erba, gocce di rugiada grosse come palloni. Questa è l'esplorazione di un nuovo mondo, un semplice prato, durante un giorno d'estate: un giorno, una notte e l'alba di un secondo giorno. Un singolo giorno è paragonabile a un'intera stagione in questo microcosmo. Un intero periodo di vita dove, come per gli insetti, l'arco di una vita si misura in settimane.

Touching the void, documentario di Kevin MacDonald, racconta di un'impresa drammatica, compiuta da Simon Yates e Joe Simpson (autore de La morte sospesa, il bestseller da cui è tratto il film), due alpinisti, che hanno conquistato, nel 1985, la vetta del Siula Grande sulle Ande peruviane. Simon e Joe, sono amici, e appassionati di scalate. L'ascesa al picco sembra una passeggiata, tutto fila liscio, solo qualche problema dovuto agli agenti atmosferici. Nella discesa, però, Joe scivola e si rompe la gamba. La situazione è critica, e nella mente dei due passano mille pensieri. Salvarsi da solo e abbandonare il compagno o fare di tutto per salvarlo da morte certa? Improvvisamente una corda si rompe, e Joe precipita in un crepaccio. Solo un miracolo potrà salvarlo.