La trasposizione ambientale, che da Siviglia si sposta alle eleganti ville venete palladiane, crea un'impostazione scenografica di notevole fascino. Com'è noto, il libretto di Da Ponte usato da Mozart è una delle tante versioni del mito di Don Giovanni, il famoso gentiluomo spagnolo che calpesta ogni legge morale per appagare il suo spirito d'avventura. Finirà infatti trascinato all'inferno dalla statua del Commendatore che lui stesso aveva ucciso in duello mentre questi cercava di difendere l'onore della figlia. Losey, uno fra i registi più legati al teatro e alla letteratura, rende con efficacia i risvolti morali e a volte anche tragici di quella che troppo spesso è stata considerata unicamente come "opera buffa" e che Mozart aveva invece voluto indicare come "dramma giocoso".

Derubati dei loro averi, Stanlio e Ollio decidono di darsi al brigantaggio. Incontrano Fra Diavolo, il peggior bandito di tutti i tempi, e rischiano di venire impiccati dal brigante.

Capitanata da un giovanotto ricciolone e irruente e da una bionda aggressiva, anche se non più giovane, la nave dei corsari fronteggia quella della Marina inglese e la sconfigge a suon di canzoni. L'occasione è un pretesto per prendere bellamente in giro la sussiegosità delle istituzioni militari inglesi, e, soprattutto, ridicolizzare gli eccessi della disciplina e dell'educazione perbenistica.