l lungometraggio, basato sul tema della caccia all'animale, propone gesti riti e degenerazioni al riguardo: cannibalismo nel Burundi per ereditare le virtù venatorie dei defunti; la fecondazione della terra da parte di indigeni; le cacce al cervo in Francia compiute con benedizioni religiose preventive e invocazioni a S. Uberto' le astute manovre anticaccia di organizzazioni contrarie nell'Essex; la transistorizzazione di animali campione per la scoperta di branchi di pesci da catturare; la degenerazione dei costumi in certe comuni giovanili, da legarsi alla degenerazione di tradizioni etiche nate nel periodo preistorico della caccia; le stragi compiute tra i volatili dagli Esquimesi per guarire da proprie nevrosi; l'uso di cani e di falchi quali alleati dell'uomo nella caccia; le azioni venatorie nella foresta ai danni delle scimmie e degli indios; evirazioni, decapitazioni e mutilazioni compiute su uomini
Col pretesto di farne una revisione sarcastico-moralistica, il film passa in rassegna vari aspetti, e tutti negativi, dell'Inghilterra. La famosa scuola di Eton, severa, ipocrita, repressiva, aperta alla droga, spettacoli, proibiti ma tollerati, di lotta libera femminile; ristoranti dov'è consentita la più ampia e deviante libertà sessuale e sadomasochistica; l'esaltato Joseph De Haviland, che resta due ore inchiodato su una croce ad espiare i peccati altrui; club di donne sole che vincono la timidezza nella nudità integrale; dimostrazioni pubblicitarie con una ragazza nuda; scrittore che diventa donna per amore del cameriere negro; diciottenne divorziata collezionista di maschi; teatro happening dove si improvvisano cosiddetti spettacoli all'insegna del disgusto e dell'idiozia; la bandiera, venerata e onnipresente, dipinta sul corpo nudo di una ragazza che si gira e rigira annunziando l'attesa parola "fine".