Londra, fine Ottocento. Un uomo esigente non riesce a trovare governanti adatte ai propri figli. In risposta a un'insolita convocazione, scende dal cielo Mary Poppins, governante che vola sospesa al suo ombrello parlante. In una settimana semina scompiglio e gioia in famiglia.

Mentre l'imperturbabile monsieur Hulot continua ad abitare in un pittoresco e caloroso quartiere popolare, sua sorella ha sposato il dirigente di una fabbrica di oggetti in plastica; la coppia ha un figlioletto, Gérard, che cresce in una casa ipertecnologica e zeppa di ogni moderna diavoleria. Gli sforzi dei parenti per adattare Hulot al loro stile di vita hanno esiti fallimentari: anzi, è proprio Gérard a dimostrarsi affascinato dallo scombinato e confusionario zio...

Ironico come suo solito, ma usando maggiormente le corde del melodramma, Almodovar rende omaggio ai suoi registi preferiti, come Sirk e Matarazzo. Il film parte con una citazione da Lo specchio della vita e termina con un'altra da Madame X e inserisce anche un dialogo tratto da Sinfonia d'autunno di Bergman. Tutto questo per raccontare la storia di Rebecca che è sempre vissuta all'ombra della madre, famosa cantante. Da piccola si era macchiata di un crimine contro un compagno di mamma. Ora c'è di mezzo un altro omicidio a cui indaga un giudice che, per motivi di lavoro, ha anche indossato gli abiti femminili in un locale notturno ed ha amato intensamente Rebecca in camerino. La madre si sacrificherà per farsi perdonare dalla figlia l'indifferenza con cui l'ha allevata. Efficace Victoria Abril e anche Miguel Bosé nel ruolo duplice del giudice

Chi ha amato I Tenenbaum, impazzirà per Acquatici Lunatici. Anderson ripropone lo stesso umorismo demenzial-intellettuale, la stessa moda colorata anni settanta (qui i costumi sono della genovese Milena Canonero), lo stesso folle gruppo (ieri una famiglia, oggi una troupe) alle prese con avventure incredibili. Fra gli attori ricompaiono Bill Murray e Owen Wilson.

Bree è un transessuale. Alla vigilia dell'intervento chirurgico che la ridefinirà sessualmente, scopre di avere un figlio, Toby, nato vent'anni prima dal suo unico rapporto eterosessuale. La psicoterapeuta, che prepara Bree a "passare" alla sua nuova condizione sessuale, la costringe a confrontarsi con il ragazzo e con il passato. In caso contrario le negherà l'autorizzazione legale a procedere con l'operazione. Toby, intanto, arrestato per droga e prostituzione, ha bisogno di un padre. Abusato dal patrigno e precocemente orfano di madre, il ragazzo conduce una vita dissipata e promiscua. Sarà Bree a pagare la cauzione e il riscatto per una vita migliore, conducendo Toby in un viaggio di formazione attraverso l'America.

Il diciassettenne e ricco Igby Slocumb è un ribelle con un obiettivo: sbarazzarsi di una madre che va avanti a pillole, un padre schizofrenico e un fratello fascista. Sebbene sedotto da donne sensuali e più anziane di lui, sovvertito da amici e parenti, il nostro Igby - dall'estro creativo e divertente - non si dà per vinto ed è fermamente determinato a mantenersi in equilibrio e non precipitare.

Laura, detta "Little Voice", è un'adolescente timida ai limiti dell'autismo. Vive in un quartiere proletario di Scarborough insieme a una madre beona e assatanata. Per dialogare con il fantasma del padre, ne ascolta i vecchi dischi di Judy Garland, Marilyn o Shirley Bassey, e li reinterpreta alla perfezione. Se ne accorge l'occasionale compagno della madre, un manager di quart'ordine, che giungerà a impegnare tutto pur di organizzarle uno show in grande stile.

Lily è una donna timida e senza amici, segretamente innamorata di un cliente del fast food dove lavora. Quest'ultimo, Jarrod, è un uomo asociale e problematico. I due si conoscono ed iniziano a frequentarsi. Jarrod decide poi di tornare nel suo paese natale per regolare i conti con il bullo che gli ha rovinato l'adolescenza e per presentare Lily alla sua strana famiglia.

Nella soffitta di casa, l'eccentrico Wayne Szalinski (Moranis) ha messo a punto un raggio che rimpicciolisce gli oggetti. Per un banale incidente, i suoi ragazzini Amy e Nick vengono miniaturizzati insieme con i due figlioletti dei vicini e devono affrontare i mille pericoli del giardino di casa: dalle aggressioni di insetti giganteschi, all'azione di micidiali motofalciatrici.

Il vero nome di Jaeckie, nato nel 1947, è Jakob Zuckermann ma lui non ha piú nulla a che fare con l'ebraismo dal 1961, quando è stato costruito il muro. E' stato allora che sua madre insieme al primogenito Samuel è fuggita ad Ovest lasciando Jaeckie a cavarsela da solo. Da allora il contatto tra le due parti divise della famiglia si è interrotto. Nel frattempo Jaeckie, usando al meglio la sua astuzia e simpatia è diventato un famoso cronista sportivo della Germania Est. Dalla caduta del muro però, la proverbiale fortuna di Jaeckie è sparita, il biliardo e il gioco d'azzardo lo aiutano a malapena a sbarcare il lunario e anche il suo matrimonio con Marlene ha visto giorni migliori. L'unica speranza per l'ex giornalista è l'eredità di sua madre ma secondo quanto stipulato nel testamento della donna, prima di entrare in possesso dell'eredità Jaeckie dovrà riconciliarsi con il fratello Samuel, ebreo ortodosso.

All'inferno non ci va più nessuno. La terra è diventata troppo buona. Allora il diavolo, Keitel, manda uno dei suoi figli per vedere di peggiorare le cose. Il giovane diavolo è davvero maldestro, incontra la Arquette e naturalmente il programma del padre viene stravolto del tutto. Inutile, improponibile per gags e battute: poteva mancare il cane parlante? Figuriamoci quando fa la sua apparizione, breve per fortuna, il ghigno orrendo di Tarantino. Da perdere.

Stufi dei soprusi subiti da un bullo della scuola, due ragazzini, con i pochi soldi a loro disposizione, assoldano una "guardia del corpo" che badi alla loro incolumità...

Il ritratto di una ragazzina provocante, piccolina, ma con un petto da adulta. E un abbigliamento che non può non attirare l'attenzione degli uomini, specie quelli maturi. Questi tentano di portarsela a letto, e lei sembra starci. Ma deve esser sempre lei a dirigere il gioco.