Per liberare un importante ufficiale americano, prigioniero dei nazisti e segregato in un castello in cima alle Alpi, l' esercito inglese manda in missione un gruppo di eroici paracadutisti.
Da un racconto di Valentine Davies. Ingaggiato dai grandi magazzini Macy's di New York per fare Santa Claus (Babbo Natale), Kris Kringle (Gwenn) pretende di esserlo veramente. Lo prendono per matto, ma dovranno ricredersi, persino in tribunale.
Ritratto crudele, visionario, a blocchi di sequenze pressoché autonome, con alla base un'ispirazione autobiografica, sulla Roma dei fascistici anni '30, vista attraverso i ricordi di Moraldo-Fellini, e su quella degli anni '70. Specchio del rapporto tenero e disgustato di Fellini con Roma-città-donna. È un documentario fantastico dove tutto diventa spettacolo, festa, carosello, anche se attraversato da segni e immagini di morte. Non è sicuramente il miglior film di Fellini, ma forse il più “inevitabile”. Distribuito sui mercati di lingua inglese come Fellini's Roma. Nastro d'argento alle scene di Danilo Donati. Cammei di A. Sordi e M. Mastroianni misteriosamente assenti in molte delle copie circolanti del film.
Vicini alle nozze d'oro, i coniugi Thayer ospitano nel loro cottage estivo su un lago del New Hampshire la figlia col nuovo fidanzato che porta con sé il figlio, un tredicenne irrispettoso. Lasciato solo con i due vecchi, il ragazzino si fa conquistare. Scene di un vecchio matrimonio senza risparmio di commozione. Potrebbe essere un film di Bergman in vena sentimentale, riveduto da Marino Moretti e corretto da Carlo Cassola. Per gli spettatori di pelo grigio è, nella sua commistione di realtà e finzione, un film intrigante: come non pensare che i dialoghi tra Norman Thayer e la figlia Chelsea potrebbero corrispondere ai veri rapporti tra Henry e Jane Fonda? Come non vedere dietro il burbero Fonda l'ombra di Spencer Tracy e che l'irosa sopportazione della decadenza senile potrebbe coincidere (ma non in Italia) con quella dei due attori?
Remy, un cinquantenne professore di storia, ha un tumore e viene ricoverato. L'ex moglie Louise chiede al figlio Sébastien, affermato uomo d'affari che vive a Londra, di venire a trovare il padre, anche se tra i due i rapporti si sono praticamente interrotti da tempo. Sébastien parte e raggiunge l'ospedale a Montréal; resosi conto della gravità della malattia del padre cerca di fare di tutto per rendergli gli ultimi giorni lieti e sopportabili.Così, col suo denaro paga funzionari ospedalieri e sindacalisti per mettere in ordine un reparto, chiama i vecchi amici e fiamme del padre avvisandoli e invitandoli ad andare da lui, paga alcuni ex-allievi perché lo vadano a trovare, farà comperare eroina per alleviare i dolori della malattia.Il tempo passa inesorabilmente fino a quando Remy — stanco della sua situazione — riceverà il colpo di grazia con un'overdose, che lo libererà dalla continua sofferenza.
Il 25 agosto del 1944, gli alleati entrano a Parigi. Poco prima dell'alba, il generale tedesco Dietrich von Choltitz (Niels Arestrup), governatore militare di Parigi, si prepara ad eseguire gli ordini di Adolph Hitler, distruggere la capitale francese. Ponti e monumenti sono tutti stati minati e sono pronti ad esplodere. Ma sappiamo che Parigi non verrà distrutta. Per quali ragioni von Choltitz si rifiutò di eseguire gli ordini del Führer, nonostante la sua lealtà senza limiti per il Terzo Reich? Sarà stato lo svedese Raoul Nordling (André Dussollier), console generale a Parigi, a far cambiare idea al Generale?
Roro e Mans, due amici per la pelle, lavorano come custodi di un parco. Figlio di immigrati libanesi, Roro tiene nascosta ai parenti la sua relazione con Lisa, di cui è innamorato, perché sa che non approverebbero. Quando, finalmente, trova il coraggio di raccontarlo, i genitori gli annunciano di aver organizzato il suo matrimonio con una ragazza di origini libanesi, Yasmin. D'altra parte, anche Mans ha i suoi bravi problemi. Da mesi, infatti, non ha rapporti con la fidanzata ed ha il terrore di essere diventato impotente.