In fuga da un violento temporale, una giovane pecora di nome Mei rimane isolata dal resto del gregge e si rifugia in una capanna. Presto scopre di non essere sola. Il buio impedisce ai due occupanti di vedersi e un potente raffreddore non permette di annusarsi, così durante la conversazione si convincono di appartenere alla stessa specie, perché hanno molto in comune, al di là della paura per i tuoni: entrambi corrono per sopravvivere e stimano la lealtà e l'amicizia. Si danno appuntamento per un picnic "al buio" il giorno dopo, con una parola d'ordine per potersi riconoscere. È così che Mei incontra Gav il lupo. Dopo lo shock iniziale, decidono di continuare a frequentarsi e Gav stesso aiuta Mei a scappare dai propri compagni predatori. Gli anziani delle due tribù si adirano con i giovani e cercano di convincerli a tradirsi l'un l'altro. I due amici scelgono la fuga, pur di non rinunciare alla loro amicizia, ma non sarà così facile.

Ampiamente riconosciuto come il più grande alpinista della sua generazione, Alex Lowe era una figura di spicco nel mondo degli sport all’aperto. Suo figlio maggiore, Max, aveva solo 11 anni nel 1999 quando Alex fu sepolto da una valanga insieme al suo compagno di scalate e cameraman David Bridges alle pendici della montagna tibetana Shishapangma. Diciassette anni dopo la loro morte, i corpi di Lowe e Bridges vengono ritrovati da due alpinisti che tentavano la stessa via e, nei mesi successivi, la famiglia di Lowe si è recata sulla remota montagna per recuperarli.

Documentario IMAX girato durante la tragica spedizione sull'everest

Come è già successo per Grido di pietra di Herzog, in questo film diretto dal regista di Quadrophenia, l'alpinismo è spunto per una storia avventurosa. Un miliardario americano decide di finanziare una spedizione sul K2. Due amici alle prime armi riusciranno a superare in bravura gli altri esperti. Buone le riprese su roccia.

Jerzy Kukuczka è stato uno dei più eccezionali scalatori dell'Himalaya e il secondo a conquistare tutti i 14 ottomila. Una leggenda nella storia dell'alpinismo che ha perso la vita proprio sul Lhotse il 24 ottobre 1989. Cosa lo rende così eccezionale? Quale è stato il suo contributo alla storia dell'alpinismo? Cosa pensano di lui la sua famiglia e coloro che arrampicano sfidando le stesse cime? Quali sono le ragioni che lo portano a scalare le vette più alte? E può lui essere paragonato agli scalatori di oggi? Un'indagine sulle montagne: sono il regno dell’avventura o uno dei settori del commercio?

Inedito Film realizzato dalla Gazzetta dello Sport e suddiviso in 6 puntate. MILANO, 2 gennaio 2009 - Riccardo Cassin è stato il più grande alpinista dagli Anni '30 ai '50, poi eccezionale capo spedizione fino addirittura ai '70. Un mito che oggi compie 100 anni, festeggiato nella sua casa di Lecco. Dove sono voluti andare a rendergli omaggio insieme coloro che sono stati i suoi successori al vertice del mondo delle grandi scalate: Walter Bonatti e Reinhold Messner. Campioni proprio di quell'alpinismo classico di cui Riccardo Cassin è stato grandissimo interprete. Li abbiamo seguiti nella giornata che hanno voluto passare insieme a colui che hanno definito "un vero padre. E di quelli generosi". Riccardo ci lascerà il 6 agosto 2009 dopo una vita alpinistica senza eguali.

Libertà, per Tamara Lunger, significa spingersi oltre i propri limiti, osare l’impossibile e conoscere a fondo il proprio io. L’alpinista altoatesina è stata la più giovane donna a scalare il Lhotse (8.516 metri) e la seconda italiana a toccare la vetta del K2. Tuttavia, il fallimento non le è sconosciuto, un argomento che avrebbe potuto cambiarle la vita. Markus Frings e Nora Ganthaler raccontano gli alti e bassi della vita di questa donna straordinaria, accompagnandola insieme al suo mentore Simone Moro nelle spedizioni invernali al Nanga Parbat e agli 8.596 metri del Kangchenjunga.