In Irlanda, il giovane Gerry Conlon, coinvolto in una guerriglia urbana con gli inglesi e con l'IRA, ripara in Inghilterra con l'amico Paul Hill che, arrestato per un attentato che distrugge un pub e sottoposto a violente pressioni, suo malgrado lo denuncia. Gerry, maltrattato per sette giorni dalla polizia, che minaccia di uccidergli il padre Giuseppe, firma una falsa dichiarazione coinvolgendo due hippy della comune dove si era rifugiato con Hill: Paddy Armstrong e Carole Richardson. La polizia arresta poi la zia Annie ed il padre per favoreggiamento. Dopo un processo iniquo, orchestrato dall'ispettore Robert Dixon, che ha coordinato arresti e interrogatori preliminari, tutti vengono condannati. Dopo 15 anni Gerry e il padre, che dividono la cella, scoprono il vero attentatore, Joseph McAndrew. La polizia non ha voluto riaprire il processo, e Giuseppe, tramite l'avvocatessa Gareth Peirce, cerca di dimostrare la verità.

Helen Keller è una bimba cieca e sordomuta, figlia di benestanti degli Stati del Sud di inizio secolo che la affidano a una educatrice alla prima esperienza. Lei, Anne Sullivan, era stata a sua volta rieducata in un istituto speciale. La piccola è scostante, astiosa, e stabilire un contatto con lei risulta un'impresa disperata, ma la sua educatrice non molla.

Estate 1980. Sta per prendere il via il Torneo di Wimbledon e i due giocatori più quotati per la vittoria sono lo svedese Bjorn Borg e l'americano John McEnroe. Due tennisti, e due giovani uomini, che non potrebbero essere più diversi, almeno secondo lo storytelling dell'epoca. Borg, già quattro volte vincitore a Wimbledon, è soprannominato "Uomo di ghiaccio": algido, apparentemente privo di emozioni, una macchina segnapunti con un rovescio a due mani che è una fucilata. McEnroe, di tre anni più giovane, è detto invece "Superbrat" perché sul campo impreca, dà in escandescenze e si accapiglia con gli arbitri.

Nella stanza di una decadente pensione di Parigi, Oscar Wilde trascorre gli ultimi giorni della sua vita e come in un vivido sogno i ricordi del suo passato riaffiorano, trasportandolo in altre epoche e in altri luoghi. Non era lui un tempo l’uomo più famoso di Londra? L’artista idolatrato da quella società che l’ha poi crocifisso? Oggi Wilde è un uomo malato, che ripensa con malinconia alle passioni che l’hanno travolto e con tenerezza al suo incessante bisogno di amare incondizionatamente. Rivive la sua fatale relazione con Lord Alfred Douglas e le sue fughe attraverso l’Europa, ma anche il grande rimorso nei confronti della moglie Constance per aver gettato lei e i loro figli nello scandalo. Ad accompagnarlo in questo ultimo viaggio solo l’amore e la dedizione di Robbie Ross, che gli resta accanto fino alla fine nel vano tentativo di salvarlo da se stesso e l’affetto del suo più caro amico Reggie Turner.

L'ormai vecchio Tyrus Raymond Cobb, detto Ty, mitico campione di baseball a cavallo tra gli anni Venti e gli anni Trenta (Lee Jones), incarica della sua biografia il giornalista sportivo Al Stump. Questi, vivendo a fianco del committente, scopre la vera natura dell'ex campione, un razzista che disprezzava le donne, i negri, gli ebrei e che beveva. Che cosa dovrà scrivere? Quello che vorrebbe Cobb o le cose come in effetti stanno? Da noi (a parte forse gli appassionati di baseball, che non sono legioni) il nome di Ty Cobb non dice nulla, ma negli Stati Uniti è stato una stella di prima grandezza. Ma il problema è che, per una volta, una biografia sportiva made in Hollywood è scipita.