Asano Naganori, signore del castello di Ako nel Giappone occidentale, aggredì Kira Yoshihisa, membro di una potente famiglia che aveva spesso insultato in pubblico Asano per la sua rozzezza contadina. Lo shogunato Tokugawa, che aveva vietato qualsiasi atto di violenza nel castello di Edo, punì l'aggressione di Asano ordinandogli di compiere harakiri e annientò il suo clan, mentre le provocazioni di Kira rimasero impunite. I servitori di Asano, privi del loro signore, divennero ronin. I 47 ronin, guidati da Oishi Yoshio, attesero due anni per sviare i sospetti e far allentare la sorveglianza, e poi attaccarono la dimora di Kira prima dell’alba del 31 gennaio 1703. Dopo aver agevolmente fatto fuori le sue guardie, concessero al signore la dignità del seppuku con la stessa lama con cui si era tolto la vita Asano. Di fronte al suo rifiuto di commettere il suicidio rituale, gli tagliarono la testa. La storia si conclude con la condanna a morte per harakiri dei 47 ronin

Il vagabondo, ingenuo e tenero cercatore solitario, sfida le avversità del rigido freddo del nord e incontra il rude mondo dei cercatori d'oro, animato dalla febbre di rivalsa che lo accomuna nell'impresa agli avventurieri, ai derelitti, ai fuggiaschi, alle donne che popolano questo universo selvaggio.

Durante la guerra civile americana, un gruppo di soldati nordisti cattura un treno ad Atlanta e tenta di portarlo a Chattanooga. Il macchinista Johnnie Gray (Keaton) li insegue per salvare i suoi due amori: la locomotiva "The General" e la fidanzata Annabelle. Uno dei capoloavori del cinema muto.

“Viaggio nella Luna” è un film fantastico del 1902 realizzato da Georges Méliès. Assieme al Viaggio attraverso l'impossibile è uno dei suoi film più famosi, forse il capolavoro. Il film è una parodia basata liberamente sul romanzo di Jules Verne “Dalla Terra alla Luna” e su quello di H. G. Wells “I primi uomini sulla Luna”. È considerato il primo film di fantascienza e una delle scene iniziali del film, la navicella spaziale che si schianta sull'occhio della Luna (che presenta un volto umano), è entrata nell'immaginario collettivo ed è una delle sequenze che hanno fatto la storia del cinema.

Un prestante principe vola in sella al suo destriero alato in una terra lontana dove compie una serie di portentose avventure e di incontri: diventa amico di una strega, incontra il mitico Aladino, combatte degli orribili demoni e finalmente si innamora di una bella principessa. Il più antico esempio rimastoci di cinema d’animazione.

Ahmed, un ladro spericolato, penetra nel palazzo del Califfo di Bagdad alla ricerca di un forziere d'oro, ma si ritrova nella camera da letto di una principessa di cui si innamora a prima vista. Il giorno dopo ruba abiti sfarzosi al bazaar per unirsi a un drappello di tre principi appena giunti in città per chiedere la mano della principessa. Tuttavia la situazione precipita con l'invasione dei feroci mongoli che si impadroniscono della città, ma alla fine sarà proprio Ahmed a liberare la sua città. Tra i film più costosi dell'epoca, Il ladro di Bagdad è una favolosa combinazione di avventura, esotismo e fantasia, capace di guardare alla tradizione orientale abbinandovi la fisicità straripante di Fairbanks e la solida energia di Walsh

Il professor Craziloff (da "crazy", una sorta di scienziato pazzo) ha brevettato un mezzo che raduna tutte le conoscenze in fatto di trasporto (treno, auto, mongolfiera, sottomarino, ecc.). Con questo organizza uno straordinario viaggio con alcuni compagni, tra i quali un giovane assistente pasticcione. Dopo una tappa in Svizzera, il convoglio usa una montagna come trampolino e arriva in cielo, dove viaggia tra stelle di cartone, animate da avvenenti ballerine. Infine giunge nientemeno che sul Sole. Da qui, dopo alcune avventure, il gruppo riparte tuffandosi verso la terra, dove sprofonda nel mare con la cabina sommergibile, e dove fa un incontro con un mostro marino; infine approda a un porto, dove il gruppo viene riconosciuto dalla popolazione locale e, facendo festa, rientra trionfalmente in città.

L'ultima scena è la più emblematica del film e mostra il capo dei banditi, che, seduto e inquadrato fino al busto, alza la pistola e la punta contro la macchina da presa (gli spettatori), sparando verso l'obiettivo senza batter ciglio. La scena, che, a discrezione del proiezionista, poteva essere montata anche all'inizio del film (e fu l'unica a essere colorata a mano), aveva un effetto a sorpresa ed era destinata a sorprendere il pubblico. Se montata all'inizio poteva valere come anticipazione dell'azione successiva, se montato alla fine era una sorta di minaccioso avvertimento che il cattivo poteva tornare, soprattutto tenendo conto che gli spettatori ben sapevano che nella realtà il capo dei banditi del vero assalto al treno era ancora libero.