Francois Merlin è uno scrittore tanto di successo quanto di scarso valore effettivo: i suoi quarantadue volumi sull'agente segreto Bob Saint-Clair vengono, infatti, divorati da un pubblico di servette come quella che bazzica per casa, la signora Berger che gode o trepida a seconda che il dattiloscritto in corso metta l'agente in condizione di trionfo o di sconfitta. In realtà, Francois è abbastanza lucido - nonostante sia costretto continuamente a chiedere anticipi all'editore George Charlon - da comprendere la vacuità del proprio lavoro in cui puerilmente si immedesima attribuendo a se stesso il ruolo di Bob, al finanziatore quello dell'avversario e ad una ragazza vicina di casa, Christine, quello di Tatiana; lucido sino al punto da cambiare registro e conferire ai personaggi fisionomie conformi agli umori della giornata. Il giochetto diviene anche maggiormente rappresentativo della realtà, quando Christine entra di forza nella sua vita...
Larry (David Niven) scrive di teatro per un grande quotidiano di New York; sua moglie (Doris Day) ha il suo bel da fare con i loro quattro figli. Sono tutte rose e fiori (margherite) finché la severità del critico comincia ad attirargli dei guai. I suoi lontani tentativi come autore, non esaltanti, gli complicano ulteriormente le cose.
Frank, operaio e ladruncolo a mezzo servizio, ha accettato un nuovo "lavoro": rubare un prezioso quadro e consegnarlo al committente in una esclusiva località turistica. Roz è la sua donna e complice che però vorrebbe smettere e ogni volta gli dice che quello è l'ultimo colpo. Il furto riesce, ma il destinatario non si fa trovare e la polizie è sulle loro tracce. Intanto, nel dorato nascondiglio mondano, un raffinato intenditore di arte (e di belle donne) ha messo gli occhi su Roz.