Concerto registrato al Teatro Regio di Parma nel 2006.

Nabucco re di Babilonia, conquista la città di Gerusalemme; a nulla è valsa la cattura di Fenena (figlia di Nabucco) da parte di Zaccaria, il Gran Pontefice. Rivedendola, Ismaele (nipote del re di Gerusalemme Sedecia), cede al suo amore e la libera. Tornati in Babilonia, Fenana si è convertita alla causa degli ebrei e Abigaille (che ha appena scoperto di essere figlia illegittima di Nabucco) imbeccata dal Gran Sacerdote di Belo della notizia della morte in guerra del re, ne approfitta per salire al trono. Ma Nabucco non è morto, anzi torna e in preda alla follia si paragona a un dio, scatenando un fulmine che lo colpisce. Abigaille quindi prende la corona, fa rinchiudere suo padre e condanna a morte Fenena e tutto il popolo ebraico. Nabucco però rinsavisce e - con l'ausilio del fidato Abdallo - riprende il trono, libera Fenana e gli ebrei, e si converte al giudaismo. Abigaille, si toglie la vita avvelenandosi.

Serate d'eccezione, quelle dell'aprile 1997, per il Metropolitan: va in scena una delle opere più popolari del melodramma italiano di fine Ottocento in un'edizione di altissimo livello, per la teatralissima direzione di Roberto Abbado, per l'efficace spettacolo di Beppe De Tomasi, per la prova eccezionale di Placido Domingo. Ma quelle recite restano memorabili soprattutto per la presenza di Mirella Freni. Al termine della propria carriera operistica, il grande soprano modenese dà vita a un'interpretazione sconvolgente del ruolo della protagonista, riscuotendo un successo raro anche per una star.

Il barbiere di Siviglia è un'opera buffa di Gioachino Rossini, in due atti, su libretto di Cesare Sterbini, tratto dalla commedia omonima francese di Pierre Beaumarchais del 1775. L'opera fu commissionata a Rossini da Francesco Sforza Cesarini, impresario del teatro di patrocinio della sua famiglia, l'attuale Teatro Argentina, fatto erigere nel 1732 da suo nonno Giuseppe Sforza. Nel dicembre del 1815, Francesco Sforza Cesarini si accordò con l'allora venticinquenne Gioacchino Rossini perché scrivesse un'opera musicale di carattere gioioso e scherzoso che dovesse rappresentarsi al successivo carnevale 1816, ma egli morì d'infarto il 16 febbraio 1816, pochi giorni prima della "prima". La rappresentazione de Il barbiere, comunque, si tenne lo stesso.