Durante una sfortunata serie di eventi un amico di Kung Fury viene assassinato dal più pericoloso criminale maestro nel Kung Fu di tutti i tempi: Adolf Hitler, anche conosciuto come Kung Führer. Kung Fury decide di viaggiare indietro nel tempo, nella Germania Nazi, in modo da uccidere Hitler e porre fine all'impero Nazi una volta per tutte.

A Londra, una giovane donna, Caroline Ledoux, che lavora in un istituto di bellezza, vive con la sorella Hèlène. I suoi frequenti momenti d'astrazione sembrano dovuti a sogni d'amore, ma in effetti ella soffre per la presenza in casa di Michel, l'amante della sorella; e lo stato ansioso si sviluppa in schizofrenia sempre più intensa, tanto da allontanarla da Colin, il suo innamorato.

Londra. John Morlar (Richard Burton), noto scrittore, è vittima dell’aggressione di uno sconosciuto. Ridotto in fin di vita, viene ricoverato in ospedale dove i medici notano con sorpresa che l’attività cerebrale continua nonostante il corpo sia in condizione tale che dovrebbe essere morto. Brunel (Lino Ventura), ispettore francese nella capitale britannica per uno scambio “culturale” tra le polizie dei due paesi, si occupa del caso con l’aiuto del sergente Duff (Michael Byrne). Brunel legge il diario di Morlar e chiede aiuto alla psichiatra, la dottoressa Zonfeld (Lee Remick), perché quello che emerge è sconcertante: sembra che Morlar sia in grado di provocare catastrofi con la sola forza di volontà.

Damien Thorn (Sam Neill), l’Anticristo, ha proseguito nella sua carriera, diventando ambasciatore americano a Londra e puntando a successi ancora più importanti (è anche a capo di una potente multinazionale). Per il momento, poiché ritiene che stia per nascere un nuovo Redentore, Damien si dedica a progettare una nuova strage degli innocenti in modo di stroncarne la possibilità. Ma non ha fatto i conti con sette monaci italiani (capitanati da Rossano Brazzi), che si mettono in viaggio per contrastare il Male. Seguito de La maledizione di Damien, ha il pregio di proseguire la storia dell’Anticristo e il difetto di non trovare un modo avvincente per farlo. Fiacco, fiacchissimo. Sam Neill si dà da fare per rendere malignamente attraente il suo Damien, ma il contesto in cui si muove è risaputo e pieno del vetusto armamentario dell’horror “religioso”.