Due bande di ballerini _ i Beat Street Breakers e i Rokers _ si contendono il primato territoriale. In mezzo c'è un terzetto: due fratelli di colore e il bianco Ramon, artista dei graffiti. Break-dance, musica rap, graffiti murali, ovvero la cultura portoricana che s'innesta e cresce nel contesto urbano del South Bronx a New York. Il film, coprodotto da Harry Belafonte, conta per questo aspetto semidocumentaristico più che per la storia.

Tyler Gage è un piccolo malfattore che, in seguito a un'irruzione notturna nella Maryland School of the Arts, viene condannato a un consistente numero di ore di rieducazione da trascorrere nell'Istituto. Qui incontra Nora, ballerina di danza classica che ha puntato tutto sul saggio finale che potrà segnare in modo determinante il suo futuro. I due, pur provenendo da mondi diversi (o forse proprio per questo) provano un feeling immediato sia sul piano del sentimento sia su quello del ballo. Tyler, con la street dance in cui è abilissimo, conquista subito il cuore e le gambe della ragazza.

Honey, una ragazza sexy e vulnerabile insegna in una scuola di danza aspettando l’occasione giusta per raggiungere il successo come coreografa di streetdancing. L'occasione arriva, sotto forma di un produttore che le offre la possibilità di entrare in televisione in cambio di favori sessuali. La ragazza saprà prendere le proprie decisioni e il successo lo troverà sorprendentemente dove meno se l'aspettava: nella sua classe.

Un anno di corsi all'Accademia Teatro alla Scala. Gli allievi che vi sono stati ammessi, dopo una severa selezione, sono impegnati in full immersion per tutto il tempo. La danza, il canto, la scenografia, la concezione e preparazione dei costumi sono attività a cui si affiancano i corsi di lingue e le materie previste dalle varie fasce d'età. Donati e Leone ci accompagnano in un anno di intenso lavoro e di passione evitando due rischi che hanno creato più di un problema a chi li ha preceduti realizzando documentari in ambiti analoghi. Il primo, meno pericoloso ma pur sempre rivelatore di insicurezza, è quello delle interviste o dei 'medaglioni'. Si fanno parlare i soggetti per giungere alla durata prevista ponendo loro delle domande sulla vita precedente o sulle difficoltà incontrate oppure si imposta il tutto seguendo alcuni ben individuati soggetti utilizzando gli altri come comprimari se non come comparse.