E' il racconto che Paul Edgecomb fa all'amica Elaine Connelly in una casa di riposo. Sono passati circa sessanta anni da quando lavorava come capo delle guardie del braccio della morte nel penitenziario di Could Mountain. Durante la grande depressione, nel carcere del sud degli Usa, Edgecomb si occupava di quattro assassini che attendevano di compiere la loro ultima passeggiata lungo il 'Miglio verde', il corridoio rivestito di linoleum verde che li avrebbe condotti nella stanza della sedia elettrica. Fra questi c'era anche John Coffrey, un ragazzone nero condannato per l'omicidio di due gemelline di nove anni. Nonostante avesse le dimensioni e la forza per uccidere chiunque, Coffrey aveva un carattere semplice e ingenuo: era davvero lui il colpevole?

Forrest Gump - un ragazzo non proprio idiota, ma dal basso coefficiente d'intelligenza - racconta la sua storia a coloro che, uno dopo l'altro, si siedono vicino a lui in attesa dell'autobus. È stato in Vietnam, ha stretto la mano a tre presidenti, ha incontrato Elvis, ha assistito ai movimenti studenteschi, ha casualmente fatto esplodere il Watergate, ha suggerito le parole di "Imagine" a John Lennon e per tutta la vita è stato innamorato di una ragazza conosciuta fin da bambino.

Candle McMurphy, arrestato per piccoli reati, viene portato in una clinica psichiatrica: tenta di fingersi pazzo per sfuggire al carcere. Qui viene a contatto con gli altri pazienti dei quali diventa ben presto il beniamino: si prende gioco delle sedute di psicoanalisi, si improvvisa telecronista, organizza una piccola gita in barca. L'ospedale è diretto dalla ferrea capoinfermiera, la signorina Ratched che ha organizzato la vita dei pazienti secondo regole di intransigente disciplina.

Charlie, un giovane commerciante di automobili, scopre alla morte del padre che l'eredità va tutta ad un fratello di cui ignorava l'esistenza. Essendo quest'ultimo affetto da autismo, Charlie, chiede ed ottiene l'affidamento per entrare in possesso del denaro. Ben presto però scoprirà anche le sue straordinarie doti...

Endora, una sperduta cittadina dell'Iowa, popolazione 1091 anime. Gilbert è un giovane uomo, poco più che un ragazzo. Ha una madre il cui peso, oltre 250 chili, sta lentamente distruggendo le fondamenta della casa. Non esce di casa da anni e vive mangiando, fumando e guardando la televisione in continuazione, tanto da essere diventata una sorta di mostruosa attrazione per i ragazzini che vengono a spiarla dalla finestra. Il fratello minore di Gilbert è handicappato. Incapace di badare a se stesso, ma capacissimo di mettersi nei guai, è sorvegliato e accudito amorevolmente da Gilbert. Un giorno arriva a Endora una sconosciuta che scatena una serie di eventi inaspettati.

Sam Dawson, un uomo costretto a crescere sua figlia da solo poiché la mamma della bambina li ha abbandonati, soffre di un lieve ritardo mentale che non gli permette di essere alla pari con le altre persone. Le abilità del suo cervello sono quelle di un bambino di sette anni.

Mi chiamano Radio (Radio) è un film del 2003 diretto da Mike Tollin. Il film è basato sulla vera storia di Harold Jones (Ed Harris), allenatore di football alla T. L. Hanna High School ed un giovane mentalmente ritardato James Robert "Radio" Kennedy (Cuba Gooding, Jr.). Nel film recitano anche Debra Winger e Alfre Woodard, e la fonte di ispirazione per il soggetto è stato un articolo del 1996 apparso sulla rivista Sports Illustrated [1] scritto Gary Smith.[2]James Robert Kennedy (nato il 14 ottobre 1946 ad Anderson nella Carolina del Sud), cresce affascinato dalla tecnologia della radio. Il suo soprannome, "Radio", gli viene dato dai suoi concittadini per via della radiolina che porta con se ovunque vada.

Elling e Kjel sono due uomini che hanno vissuto anni in un ospedale psichiatrico. Ora, finalmente dimessi, devono confrontarsi con le difficoltà del reinserimento nella società. Il primo ha timore di tutto, anche dello squillo del telefono. Il secondo è pronto a sbattere la testa contro ogni muro che trova e ha un bisogno disperato di sesso. Una commedia forse un po' troppo ottimistica sulla disponibilità dei 'normali' ad accogliere i 'diversi' cosi' come sono ma ricca di humour e di poesia.

Antonia torna al paese dov'è nata, in Olanda, dopo la fine della guerra, insieme alla figlia Danielle: le due donne fonderanno una grande famiglia allargata di stampo matriarcale. Nei quarant'anni narrati dalla pellicola accade di tutto: amori, morte, lavoro, religione, sesso, odio e vendetta, ma anche filosofia, coraggio e poesia. Una mattina Antonia si sveglia sapendo che quello sarà l'ultimo giorno della sua vita. Lo dice a tutti e muore circondata dai suoi affetti.

Karen, una ragazza molto timida, incontra in un ristorante un piccolo gruppo formato da alcuni giovani con ritardo mentale insieme ai loro accompagnatori. Al momento di andar via, uno dei ragazzi ritardati prende per mano Karen e non vuole più lasciarla, tanto che questa è costretta a salire con loro su un taxi per non essere scortese. Una volta a bordo, scopre che il ritardo mentale era simulato, e viene così a conoscenza di una decina di ragazzi e ragazze che vivono insieme in una villa di Copenaghen...

Lila ha peli che le crescono ovunque. Che fare? Raderli o essere se stessa? Nathan è uno scienziato ossessionato dall'etichetta che vorrebbe che anche i topi usassero forchetta e coltello. I due provano ad accettarsi ma quando troveranno un piccolo allo stato di natura dovranno decidere che fare del suo futuro. Nathan nel frattempo ha avviato una relazione con una sua assistente avendo scoperto i peli di Lila.