La versione italiana, frutto dell'impegno e della caparbietà di David Zard, con i testi italiani di Pasquale Panella e le musiche di Riccardo Cocciante.

Lo storico, sfarzoso allestimentodi Franco Zeffirelli, le grandi voci di Eva Marton e Placido Domingo fanno di questa "Turandot", andata in scena al Metropolitan nel 1987, uno degli spettacoli di riferimento del grande teatro newyorkese. Sul podio James Levine conduce una lettura serratissima, di incalzante intensità drammatica; Eva Marton si confronta da par suo con la vocalità vertiginosa della protagonista; Leona Mitchell dà vita a una Liù delicata e trepidante. Domingo coglie un memorabile trionfo, mandando il pubblico in delirio con un'interpretazione indimenticabile di "Nessun dorma".

Don Giovanni (titolo originale: Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni, K 527) è un'opera lirica in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart. È il secondo dei tre drammi giocosi che il compositore austriaco scrisse su libretto di Lorenzo Da Ponte (che era al servizio del Sacro Romano Imperatore), il quale attinse a numerose fonti letterarie dell'epoca. Essa segue Le nozze di Figaro (K 492) e precede Così fan tutte (K 588), e venne composta tra il marzo e l'ottobre del 1787, quando Mozart aveva 31 anni. Commissionata dall'imperatore Giuseppe II, anche a seguito del successo di Don Giovanni o sia Il convitato di pietra di Giuseppe Gazzaniga, non andò tuttavia in scena per la prima volta a Vienna, bensì a quello che oggi si chiama Teatro degli Stati di Praga. Don Giovanni è considerata uno dei capolavori di Mozart, della musica e della cultura occidentale in generale.

Nabucco re di Babilonia, conquista la città di Gerusalemme; a nulla è valsa la cattura di Fenena (figlia di Nabucco) da parte di Zaccaria, il Gran Pontefice. Rivedendola, Ismaele (nipote del re di Gerusalemme Sedecia), cede al suo amore e la libera. Tornati in Babilonia, Fenana si è convertita alla causa degli ebrei e Abigaille (che ha appena scoperto di essere figlia illegittima di Nabucco) imbeccata dal Gran Sacerdote di Belo della notizia della morte in guerra del re, ne approfitta per salire al trono. Ma Nabucco non è morto, anzi torna e in preda alla follia si paragona a un dio, scatenando un fulmine che lo colpisce. Abigaille quindi prende la corona, fa rinchiudere suo padre e condanna a morte Fenena e tutto il popolo ebraico. Nabucco però rinsavisce e - con l'ausilio del fidato Abdallo - riprende il trono, libera Fenana e gli ebrei, e si converte al giudaismo. Abigaille, si toglie la vita avvelenandosi.

Un'edizione memorabile del Ratto del serraglio, quella che va in scena al Nationaltheater di Monaco nella primavera del 1980. August Everding dà vita a uno spettacolo fluido e spiritoso, perfettamente in linea con la comicità raffinata dell'opera; i cantanti hanno tutti una lunga familiarità con la vocalità mozartiana, con una particolare menzione per la stupenda voce di Edita Gruberova. Sul podio, poi, c'è Karl Bohm, uno dei grandi direttori austrotedeschi del XIX secolo, da qualcuno ritenuto poco adatto al repertorio buffo, che invece offre una lettura di trasparente e sorridente eleganza.