Un maturo avvocato incontra un'attrice che fu sua amante e accetta il suo invito di passare con la giovane moglie il weekend in una villa di campagna. Carosello tragicomico di amori incrociati. La migliore commedia del regista, un capolavoro. Nelle cadenze frivole di un "invito al castello" con risvolti comici da pochade rivela un retrogusto amarissimo. Grande compagnia d'attori, eleganza suprema. Bergman sostiene di essere negato all'umorismo, al registro leggero. Dopo Una lezione d'amore, questo film lo smentisce. Premiato a Cannes nel 1956.
Vincenzo è un modesto possidente di campagna che ha regolato tutta la sua vita secondo un preciso e prudente bilancio di entrate e uscite. Non ha mai fatto un passo più lungo della gamba e ha sposato una giovane e bella donna, Margherita, che la pensa come lui e che segue fedelmente i suoi principi. Chi dunque può essere più felice di Vincenzo? Egli ha sempre scansato ogni occasione di pericolo ed è convinto che basti organizzare prudentemente la propria vita per evitare ogni disgrazia.
Una ex ballerina di Broadway, Paula, vive a New York (nel West Side) con la figlia decenne Lucy, nata da una relazione con un attore che poi l'ha piantata. Anche Tony, col quale Paula aveva tentato di ricostruirsi una famiglia, la molla per andarsene a Roma. Prima, però, il cinico Tony ruba i risparmi della donna e subaffitta a sua insaputa l'appartamento. Il nuovo inquilino porterà la felicità per Paula e per Lucy.
Larry (David Niven) scrive di teatro per un grande quotidiano di New York; sua moglie (Doris Day) ha il suo bel da fare con i loro quattro figli. Sono tutte rose e fiori (margherite) finché la severità del critico comincia ad attirargli dei guai. I suoi lontani tentativi come autore, non esaltanti, gli complicano ulteriormente le cose.