Tutti meritano una grande storia. Ma per Simon, è complicato: non solo perché sono gli anni del liceo, ma anche perché custodisce un segreto che non sa come rivelare agli amici e alla famiglia. Per farlo e affrontare la paura, avrà bisogno di tutto il suo coraggio (e della sua ironia).

Un istruttore militare, punito per la sua eccessiva severità verso le reclute, si vendica del suo superiore facendone espellere dall'esercito il figlio con un trucco. Il superiore sospetta di lui, ma non può far nulla. Saranno gli stessi allievi del malvagio istruttore a organizzare un "tribunale" privato e a condannarlo cacciandolo via.

6° film muto di Dreyer, liberamente tratto dal romanzo Mikaël (1904) del danese Herman Bang, e il 2° girato in Germania dove fu chiamato dal produttore Erich Pommer (Decla-Biosco/UFA) che gli assegnò come cosceneggiatrice Thea von Harbou. Claude Zoret, anziano e famoso pittore, derubato, tradito e abbandonato da Michael, il suo giovane modello preferito che si è innamorato di una principessa russa, muore, lasciandogli in testamento tutti i suoi averi. Impregnato dei temi della paternità (che si confonde con l'omosessualità, centrale nel romanzo), dell'amore e della morte, il conflitto tra maestro e allievo avviene su due piani: l'arte e la vita. Sul primo vince Zoret, sconfitto dalla vita. La concezione tragica della vita di Dreyer ha qui una delle espressioni più compiute, accostabile a Gertrud, il suo capolavoro di congedo. Fotografia: Karl Freund (anche interprete come commerciante d'arte) e Rudolf Maté (esterni). Titolo danese Mikaël. Muto.

Un giovane gay della classe media fa coming-out. Riceve il supporto degli amici, ma la notizia ha ripercussioni su suo padre che ha sempre cercato di reprimere la propria sessualità.