Nel 1823 al manicomio di Vienna Antonio Salieri, acclamato musicista di Corte, confessa un tremendo segreto: ha consumato la vita nel tentativo di distruggere Mozart, volgare e libertino, indegno, secondo lui, dei doni divini. Sotto il segno del più scatenato gusto del gioco, è una riflessione sul contrasto tra genio e mediocrità e sull'invidia. Scritto dall'inglese Peter Shaffer, da una sua pièce (1979). Omaggio a Praga. Splendide immagini, due grandi interpreti. 8 Oscar: film, regia, sceneggiatura, attore, costumi, suono, trucco, scenografia. Non tenendo conto che, in fondo, è un Mozart visto da Salieri i molti mozartiani di stretta osservanza hanno eccepito sulla fedeltà storica, specialmente sulle libertà prese per la genesi del Requiem, ma avrebbero da lamentarsi di più i pochi ammiratori di Salieri. Al Festival di Berlino 2002 fu presentata una edizione restaurata (Director's Cut) e allungata di oltre 20´.

L'unico lavoro di Beethoven per il teatro lirico ha sempre riscosso attestati di stima dal punto di vista musicale, mentre è spesso stato criticato per una sua presunta debolezza sul piano drammaturgico. L'edizione del 2000 che va in scena al Metropolitan dimostra che è un'opera viva e palpitante, purché ci siano gli interpreti adatti. Levine, come sempre, è capace di risolvere con perfetto istinto teatrale i complessi nodi della partitura; nel cast spiccano, insieme all'intensa Leonore di Karita Mattila, le prestazioni di assoluta eccellenza di due grandi cantanti come Robert Lloyd e René Pape.

Falstaff è l'ultima opera di Giuseppe Verdi. Il libretto di Arrigo Boito fu tratto da Le allegre comari di Windsor di Shakespeare, ma alcuni passi furono ricavati anche da Enrico IV parti I e II, il dramma storico nel quale per la prima volta era apparsa la figura di sir John Falstaff. È l'unica opera buffa verdiana insieme al giovanile Un giorno di regno.