Char e Olivier rievocano una serie di avvenimenti e fanno luce sulla storia della Palestina (e ciò che i media chia­mano conflitto israelo-palestinese), dalle sue origini ai giorni nostri. “Impara dal passato per capire il presente!” è, in buona sostanza, il loro motto. Il film raccoglie analisi geopolitiche, in­terviste a esperti internazionali, testimo­nianze di storici, cittadini palestinesi e francesi, accompagnate da immagini riprese nei territori palestinesi occupati e nella Striscia di Gaza. Char e Olivier vorrebbero catturare l’interessare di tutti coloro che la durata del conflitto ha scoraggiato, e vorrebbero non sen­tirsi più dire “Non capisco niente!”. Con questo film, sono riusciti, in ogni caso, a offrire chiavi di lettura e a liberare la mente da molti cliché.

Cinque telecamere e un bracciante palestinese per filmare la rivoluzione.

Con un accesso esclusivo all'interno di uno dei sistemi ospedalieri più colpiti di New York, durante i terrificanti primi quattro mesi della pandemia, il regista Matthew Heineman mette in luce gli eroi quotidiani nell'epicentro dell'epidemia di COVID-19 che si sono uniti per combattere una delle più grandi minacce che il mondo abbia mai incontrato. Lasciando una devastante scia di morte e disperazione, questa pandemia, unica nel suo genere, ha cambiato il tessuto della nostra vita quotidiana e ha messo a nudo disuguaglianze presenti da molto tempo all'interno della nostra società. Utilizzando il suo caratteristico approccio di cinema vérité guidato dai personaggi, Heineman si unisce a un gruppo di medici, infermieri e pazienti in prima linea mentre cercano disperatamente di superare la situazione di emergenza. Affrontando diverse trame come fossero un microcosmo attraverso il quale possiamo vedere gli impatti emotivi e sociali della pandemia.

È la storia di dodici donne palestinesi che si riuniscono e parlano della loro vita prima della diaspora e la loro narrazione è legata dal filo dell’antica arte del ricamo. Donne, determinate e resilienti, dai percorsi di vita più diversi: avvocatesse, artiste, casalinghe, attiviste, architette e politiche, cuciono insieme la storia dell’espropriazione della loro terra, e la loro incrollabile fiducia nella Giustizia.

Hebron è nota nel mondo per essere la città della tomba di Abramo e dei patriarchi, venerati da musulmani, ebrei e cristiani. Un luogo di venerazione ma anche di esacerbati conflitti. Dopo un susseguirsi di atroci fatti di sangue, Israele e l’Autorità palestinese hanno concordato di dividere la città in due zone: una palestinese e l’altra sotto il controllo militare israeliano. Il documentario è costituito dal racconto in prima persona di quattro adolescenti e preadolescenti, che vivono nella parte della città occupata dalle truppe israeliane e progressivamente colonizzata. Il racconto della vita quotidiana dei ragazzi e delle ragazze intervistati è drammatico nella sua semplicità.