Il conte Maurice Chanel Salimbeni, autore di canzoni, muore e lascia scritto nel testamento che tutti i suoi averi andranno a chi, tra i parenti (che non hanno mai visto di buon occhio la sua attività) riuscirà ad indovinare con esattezza la canzone che alla fine dell'anno avrà venduto di più. I vari parenti cercheranno di ottenere l'eredità, mentre sboccia l'amore tra Claretta e Alberto.

Il giovane Hercules, dotato di una forza sovraumana, scopre la verità sul suo passato: è il figlio del grande Zeus. Ma per riprendere il suo posto tra gli dei dell'Olimpo dovrà dimostrare di essere un vero eroe. Affiancato dal fedele Pegaso, il cavallo alato, e dall'esilarante Phil, il suo allenatore personale, Hercules dovrà affrontare Ade, il perfido signore delle Tenebre, nemico degli dei. Solo quando avrà finalmente imparato che ciò che conta non è la forza dei muscoli ma quella del cuore, Hercules riuscirà a salvare la bella Megara, a sconfiggere Ade e a tornare sul monte Olimpo.

Approfittando di un'ipoteca che grava su una clinica, il cattivo Morgan vorrebbe trasformarla in una casa da gioco. La situazione è salvata in extremis col denaro vinto a una corsa di cavalli. Passati dalla Paramount alla M-G-M, i fratelli Marx devono fare i conti con gli eredi di Irving Thalberg, morto tre mesi prima dell'inizio delle riprese, che, come in Una notte all'Opera, cercano di smorzare i loro eccessi aggressivi e dare al prodotto una scorrevole gradevolezza in linea con le tradizioni della casa. Così il marxismo convive con i cavalli (Groucho veterinario che si spaccia per medico), una scenografia sfarzosa, stereotipate musiche romantiche. Ma non mancano né le trasgressioni né le sequenze di travolgente buffoneria: il consulto medico, la scena all'ippodromo in cui Chico, travestito da gelataio, cerca di vendere a Groucho un'informazione sicura.

Giovane bibliotecaria è lanciata come modella grazie a un fotografo di moda, di lei innamorato, che deve staccarla da un rivale, filosofo "enfaticalista". Quasi un canto del cigno, o un passo d'addio del grande F. Astaire, non lontano dai 60 anni ma ancor agile di gambe. Squisita messa in scena, sostenuta da una fotografia che ebbe la supervisione del celebre Richard Avedon e da una A. Hepburn vestita da Givenchy. Le canzoni di George e Ira Gershwin completano il bilancio al cui passivo vanno la storia troppo zuccherosa e i dialoghi senza sale.

Anni Cinquanta: in una grande dimora borghese della campagna francese ci si prepara a festeggiare il Natale. La situazione precipita quando il capofamiglia viene trovato cadavere. L'assassina si cela tra le otto donne che frequentavano regolarmente la vittima: inizia una giornata di litigi, tradimenti e rivelazioni.

In un futuro distopico Tokyo è una Babilonia psichedelica di gang rivali che guerreggiano a colpi di hip hop. Lo scontro è sempre dietro l'angolo e il delirio aumenta quando Lord Buppa, un boss della malavita dedito al cannibalismo, decide di rapire la figlia di un sacerdote straniero. Da quel momento la miriade di tribù che popola i quartieri della capitale innesca una lotta anarchica tra samurai a bordo di carri armati, punk armati fino ai denti, riot girls e gangster rapper.

La banda dei Muppets vuol portare a Brodway lo spettacolo "Manhattan Melodies", ma conquistare New York non è facile e il gruppo è destinato a sciogliersi.

Nell'appartamento newyorkese di Joe, appena sbarcato dall'Iowa, c'è davvero di tutto: anche qualche migliaio di scarafaggi canterini! Ma lui in fondo non ci sta male: ha imparato a convivere con i guai della vita, a ritmo di rock. E per fortuna c'è pure l'amore...