Il cinema ha ballato mille volte. Forse diecimila. E quando la musica, ormai parte fondamentale di ogni film, si fonde con la trama il potere di seduzione nei confronti del pubblico si amplifica enormemente. Hollywood lo sa da sempre, da Cappello a cilindro fino al recente Shall we dance. Il titolo originale Take the lead, letteralmente "prendi la guida", "guidami", aveva sicuramente un impatto più immediato dell'italiano "ti va di ballare", perché la storia vera di Mr. Dulaine, insegnante di standards (i balli classici come il Waltzer, il Fox Trot, il Tango) impegnato a coinvolgere un gruppo di giovani avviatisi su una cattiva strada, è un vero esempio di leadership, al punto da poter essere utilizzato nelle scuole di management.
Irene vive nella vecchia villa in cui ha trascorso la vita. Ciò che più le dispiace è che i suoi tre figli non provino per quell'abitazione il suo stesso attaccamento. Sara, la figlia maggiore, dopo la morte del marito vive senza nuovi compagni preoccupata per l'incolumità del figlio Marco. Rita ha invece una bella casa, un marito che l'ama e due figlie, Silvia e Chiara. Ma la donna è insoddisfatta della sua vita tanto che, dalla nascita della secondogenita Chiara non ha più provato piacere nell'avere rapporti con il coniuge. Nella sua vita è entrato poi un veterinario che la affascina. Claudio, il terzo figlio, è un giovane avvocato che vive di nascosto dalla madre la propria omosessualità. Qualcosa però cambierà nella vita di ognuno e la piccola Chiara, che si prepara per la prima Comunione, ne sarà attenta testimone. Cristina Comencini ha realizzato quello che è sicuramente "il più bel film della sua carriera".
La storia si incentra su una quattordicenne che tiene un diario suglia alti e bassi dell'essere una teen ager, inclusi i problemi di baci.