Un racconto fittizio della vita dello scrittore giapponese Yukio Mishima raccontato in quattro parti. Le prime tre parti raccontano eventi in tre dei suoi romanzi: Il Tempio del Padiglione d'Oro, la Casa di Kyoko e i cavalli in fuga. L'ultima parte rappresenta gli eventi del 25 novembre 1970.
Il timido Huo Yuanjia è il figlio di un grande lottatore che però non vuole che egli segua il suo esempio. Così Huo decide di imparare da solo come combattere e vincere. Anni di allenamento gli consentono di stracciare avversario dopo avversario nella sua regione di origine, Tianjin. Ma il suo orgoglio cresce di pari passo con la sua fama di esperto di arti marziali. Quando un combattimento imprudente conduce alla morte di un maestro i membri della famiglia di Huo vengono uccisi per vendetta. In preda al dolore, tormentato dalla vergogna e sotto shock Huo inizia a vagare per il paese.
L'opera si apre con un'asta pubblica nell'Opera Populaire di Parigi, dove si stanno vendendo dei pezzi di antiche scenografie.Due anziani signori, il visconte Raoul de Chagny e Madame Giry, stanno assistendo all'asta quando il battitore chiama l'articolo 666, un carillon con sopra una scimmietta risalente all'epoca in cui loro due, l'uno allora giovane mecenate del teatro, l'altra direttrice del balletto, lavoravano nel teatro e sentivano parlare della leggenda del Fantasma e delle sue strane azioni.Con un flashback si passa nel 1870, nel teatro dell'Opera Populaire, proprio durante le prove generali dell'Annibale interpretato dalla cantante italiana Carlotta Giudicelli e dal cantante Ubaldo Piang
Nel collegio maschile di un picolo paese arriva Henri, un giovane “pied-noir” che ha il dente avvelenato con i compatrioti che hanno mollato l’Algeria, e che è mal visto dai compagni. Fra questi, ha rapporti con Serge e François. Il fratello di Serge muore nella guerra coloniale, François vive malissimo le sue tendenze omosessuali. Poi c’è Maïté, figlia di un’insegnante e militante comunista...
In un dormitorio pubblico gestito da una coppia meschina e avara, vivono vari vagabondi, ognuno col proprio passato fatto di fallimenti, sfortune, errori. C'è chi sogna un futuro migliore, chi ricorda le glorie del passato, chi è già rassegnato a vivere così il resto della propria esistenza. Tra loro c'è un vecchio che spicca per la propria saggezza, cercando di infondere in loro un minimo di speranza nel futuro. Kurosawa traspone, come fece anni prima Renoir, un omonimo dramma di Maksim Gor'kij. Il film si svolge quasi tutto all'interno del dormitorio, dando alla pellicola una forma statica e teatrale. Gli attori sono tutti ottimi caratteristi, sebbene il film, per la staticità di cui sopra e la lentezza e la verbosità delle sequenze alla lunga risulta un pò pesante. Kurosawa si conferma comunque ancora una volta un ottimo narratore di storie e di vicende esistenziali.
Un rampante architetto sposato a una fedifraga donna in carriera eredita dalla zia un bagno turco in quel di Istanbul. Parte un po’ scocciato da Roma con l’intenzione di vendere in fretta tutta la baracca. Ma la famiglia turca che custodisce l’hamam e una particolare storia d’amore, gli faranno cambiare idea.
Abbandonata dalla madre la quindicenne Jeanine non ha altro modo per difendersi dalle crudeltà della vita che dedicarsi al furto con destrezza. Ruba dappertutto, anche nella casa dei ricchi borghesi che l'hanno presa come colf. Catturata dalla polizia, va al riformatorio. Dal quale fugge. Per riprendere l'unica via possibile, quella dei furti.
Un ragazzo deve sopravvivere e proteggere la sorella durante un'apocalisse zombie.