Un ritratto della quotidianità nella Striscia di Gaza, dove una popolazione di circa due milioni di persone conduce la propria routine, nonostante i segni visibili lasciati dal perenne conflitto. È difficile immaginare uno spaccato di normalità a Gaza, spesso definita una prigione a cielo aperto, e che torna alla ribalta delle cronache solo quando sale la tensione tra Israele e Hamas. I registi del film hanno scelto di mostrare una Gaza, come raramente si vede: non attraverso le lenti dell’analisi politica, o mettendo in risalto la situazione di conflitto. Hanno scelto, invece, di immergersi nella quotidianità, nella semplicità della vita dei gazawi, cogliendone le sfumature culturali e la ricchezza sociale che ne deriva.

Il film verte sui legami segreti tra la famiglia del presidente degli Stati Uniti George W. Bush e la famiglia Bin Laden, ponendo l'accento su quelle che, a detta del film, sono state strumentalizzazioni politiche degli attentati dell'11 settembre 2001, con le seguenti campagne militari americane in Afghanistan ed Iraq. Sui legami tra la famiglia Bush e la famiglia Bin Laden, il film cita una serie di fonti che evidenziano come le famiglie Bush e Bin Laden fossero entrambe consociate del Gruppo Carlyle, appaltatore di veicoli militari e oleodotti, che dalla guerra d'Iraq avrebbe tratto grandissimi profitti. Dopo gli attentati dell'11 settembre, la famiglia Bin Laden fu costretta dalla direzione del Gruppo a liquidare le proprie quote. Bush Senior fu Senior Advisor nel Carlyle Asia Board per due anni, e la famiglia Bin Laden nominò nel 1976 James Bath, amico dei Bush, amministratore degli investimenti della famiglia in Texas