Dopo aver perso la moglie, da ormai cinque anni il professor Walter Vale vive un'esistenza monotona e noiosa, dove nemmeno più l'insegnamento sembra stimolarlo. Per sostituire una collega si reca, controvoglia, ad una conferenza a New York, ma una volta arrivato in città scopre che l'appartamento di sua proprietà è occupato da una coppia di immigrati, la senegalese Zainab e il siriano Tarek. Invece di cacciarli, decide di ospitarli, instaurando in breve tempo un profondo rapporto di amicizia con il ragazzo. Tarek inculca in Walter l'amore per le percussioni permettendogli in pochissimo tempo di impratichirsi col djembe.

Benjamin Barois ha ventitré anni e il sogno di diventare un grande medico. Ma per ora di grande ha solo il camice, offerto dall'ospedale e 'decorato' con macchie pulite. Per sei mesi dovrà occuparsi di dieci stanze e diciotto pazienti. Ad osservarlo il padre, primario autoritario nello stesso ospedale, ad affiancarlo Abdel Rezzak, medico algerino competente e umano "facente funzioni d'interno". Di guardia, una notte è chiamato a occuparsi di un paziente che accusa forti dolori addominali. Benjmain si limita a somministrargli un analgesico ma l'indomani l'uomo è morto. Padre e superiori coprono l'errore, la vedova chiede spiegazioni, Abdel pone domande, Benjamin è confuso. Deluso da se stesso, cerca la maniera di rimediare e di diventare un medico migliore.

Un reduce ungherese sbarca clandestinamente a New York e viene ospitato da una ragazza. L'uomo vorrebbe rintracciare un amico, ma è questi che, riconoscendo il suo identikit su un giornale, ne segue le tracce. Disperato, senza denaro né documenti, il profugo sta per suicidarsi, ma la ragazza e l'amico giungono in tempo a salvarlo.