Durante la messa in sicurezza di un villaggio in Afghanistan dai talebani, il comandante danese Claus Michael Pedersen e la sua compagnia rimangono intrappolati in un incessante conflitto a fuoco. Per mettere in salvo un milite ferito e l'intera truppa, Claus ordina un attacco aereo. L'operazione però causa la morte di undici civili e il comandante viene accusato di aver bombardato un obiettivo non militare. Un'accusa che lo metterà di fronte a un duro processo.
Durante la seconda guerra mondiale, alcuni prigionieri alleati sono sottoposti alle angherie disumane di due aguzzini tedeschi. Con la vittoria degli Alleati, arriva nel campo un pilota americano che, con l'aiuto dei partigiani del posto, libera i compagni dalla prigionia.
Tiger Joe, pilota americano, viene assoldato da dei trafficanti d'armi per rifornire i ribelli cambogiani. Il mezzo viene però abbattuto e l'uomo è ora nelle mani di una banda di rivoltosi facente capo a Kia, figlia di un medico che da tempo appoggia la causa dei nativi. Tiger decide di allearsi con loro mentre sono intanto partite le ricerche per ritrovarlo.
Michael Ransom, che aveva combattuto in Vietnam, si reca a Manila per cercare Vic Jenkins, suo ex comandante, rapito dai terroristi comandati da un certo Kramet. Michael ha un debito di riconoscenza nei conforti dell'ufficiale, che durante la guerra gli salvò la vita. Giunto a Manila, Michael non trovando aiuto nella persona dell'ambasciatore (che gli confessa che Vic e un pezzo grosso della CIA rinchiuso in campo di concentramento vietnamita) decide di agire da solo. Incontrata una donna, Rosanna, prosegue con lei fino al campo, dove apprende con sconcerto che il rapimento fu organizzato dallo stesso Vic, oggi agente del KGB russo. Michael viene catturato e brutalmente torturato (ma tenuto in vita per ottenere un riscatto). Liberatosi riesce a far saltare in aria il campo, risparmia la vita a Vic ed elimina il capo dei terroristi.