Andrew studia batteria jazz nella più prestigiosa ed importante scuola di musica di New York, è al suo primo anno e già viene notato da Terence Fletcher, temutissimo e inflessibile insegnante che a sorpresa lo vuole nella propria band. Il ragazzo è eccitato dalla possibilità ma non sa che in realtà sarà un inferno di prove, esercizi e umiliazioni come non pensava fosse possibile. Gli standard richiesti da Fletcher sono mostruosi e progressivamente alienano sempre di più Andrew dalle altre parti della sua vita.

Sulla strada di Dublino un busker rivendica l'amore perduto cantando canzoni a una lei fedifraga e distante, sognando il contratto discografico e una vita a Londra. Sulla stessa strada incontra una giovane immigrata ceca, instancabile lavoratrice, ragazza madre responsabile e pianista di talento. Uniti dalla passione per la musica i due sconosciuti iniziano a raccontarsi e aprirsi fino a toccarsi (nell'anima) attraverso i testi delle canzoni.

I "Leningrad Cowboys", una rock band russa, ed il loro manager, vanno in America a cercare fama e fortuna. Diretti in Messico per suonare ad un matrimonio, iniziano un interminabile viaggio attraverso gli Stati Uniti, su una grande e scalcagnata automobile, durante il quale fanno tappa in squallidi locali, sempre seguiti a distanza da Igor (loro connazionale, scacciato dalla band). Una volta giunti in Messico arriva il successo: i Leningrad Cowboys incontrano i gusti del pubblico, arrivando in cima alle classifiche.

Pofeta, cantastorie, contestatore. Anticonformista, folle, genio assoluto del novecento. Io non sono qui è un viaggio nel tempo di Bob Dylan, attraverso il ritratto di sei personaggi - colti ognuno in un aspetto diverso della vita artistica e privata del menestrello americano - che intrecciano le loro storie di protesta, disagio, erranza e solitudine in una performance evocativa diretta da Todd Haynes. Anche stavolta, in un'ambientazione che riecheggia gli anni sessanta - avvicinandosi con forza alle tematiche dei suoi film più noti come Lontano dal paradiso e Velvet Goldmine - il regista americano sperimenta una narrazione frammentata e psichedelica, utilizzando sei diversi stili di regia all'interno di ogni microcosmo narrativo.

Biografia di Jerry Lee Lewis (1925), pianista e cantante rock concentrata sul triennio 1956-58. Secondo solo a Elvis Presley, eccentrico, arrogante, attratto da alcol e altri eccitanti, nel moralismo puritano e borghese ancora imperante in quegli anni, rischiò di rovinarsi la carriera sposando in terze nozze una cuginetta tredicenne. Regista non trascurabile del cinema indipendente, J. McBride fa un film di un manierismo elegante ma inerte. D. Quaid si è calato nel personaggio con apprezzabile immedesimazione.

Una rock band al femminile decide di trasferirsi ad Hollywood per sfondare: ma l'ambiente è pieno di "belve" e le nostre ragazze dovranno affrontare il lussurioso divo del porno Ashley St. Ives, la lesbica Roxanne, e l'ambiguo avvocato Porter Hall...