Di ritorno dal Giappone, abbiamo la brillante idea di testare l'INESISTENTE bevanda (s)conosciuta con il nome di TÈ CAFFÈ.

Visioni di vite disperse in oggetti ritrovati in un appartamento meneghino appartenenti ad un bolzanino e ad una bolognese in quegli stessi redivivi, coppia borghese tra l’affiatato e a pensar male, il mal assortito, sebbene i posteri non siano chiamati ad esprimere tali ardue sentenze bensì, in veste di pubblico, allettati a ripercorrere momenti di vita di quei due immortalati in diapositive ritrovate in soffitta e che il film gioca a montare dando loro un flusso temporale che non può che essere inattuale altresì inatteso perché interpuntato da tranche-de-vie altrui e proprie dei filmmaker stessi, che quegli oggetti riutilizzano e riadattano alla propria quotidianità con un occhio di riguardo e una strizzata d’occhio a quei mezzi sconosciuti antichi proprietari.