Il battaglione del caporale Kaji (Tatsuya Nakadai) viene sconfitto dall'Armata Rossa in Manciuria e gli ultimi superstiti, tra cui lo stesso Kaji, sono costretti ad attraversare la giungla, dove incontrano alcuni civili che si uniscono al gruppo, tra contrasti per le ultime razioni del cibo e altre perdite umane. Arrivano così a un villaggio dove però poco dopo vengono presi prigionieri dai russi. Kaji non demorde mai dalla sua lotta contro la difesa dei diritti umani ma è anche tormentato dagli omicidi commessi in guerra, finché non verrà mandato in Siberia ai lavori forzati.

Kaji (Tatsuya Nakadai) diventa recluta nell'esercito imperiale giapponese, in seguito alla chiamata di leva (con cui si concludeva Nessun amore è più grande, primo capitolo della trilogia "La condizione umana"). Continua la sua lotta umanitaria contro i soprusi e le ingiustizie del sistema militare, sia da parte degli ufficiali, sia tra veterani e reclute, in particolare quando il debole e pavido soldato Obara Nitôhei (Kunie Tanaka) viene preso di mira e umiliato per essere crollato durante una spedizione, tanto da indurlo al suicidio. Un giorno si presenta al campo Michiko (Michiyo Aratama), moglie di Kaji, e viene dato loro il permesso di passare una notte insieme in un magazzino. Kaji, che è stimato per il suo coraggio nonostante le idee da comunista, viene nominato caporale, anche per cercare di piegarlo più facilmente agli ideali bellici e patriottici, fino al momento della battaglia al fronte contro i russi.

Jessie, una quarantenne che vive con la madre vedova Thelma, soffe di epilessia, ha un matrimonio fallito alle spalle e un figlio in galera. Un pomeriggio Jessie inizia a rassettare la casa con maniacale scrupolosità e annuncia con lucidità a Thelma che ha intenzione di suicidarsi la sera stessa usando la pistola del padre. Thelma, inizialmente incredula, inizia una conversazione con la figlia, durante la quale emergono verità taciute e recriminazioni. Nonostante i tentativi di dissuasione della madre, Jessie non si smuove dal suo proposito: nel finale del film si congederà dal genitore con il consueto "Notte, mamma", si chiuderà a chiave nella sua stanza e porrà fine alla sua esistenza, mentre Thelma disperata busserà implorante alla sua porta.

Il piccolo Bastian che ha da poco perso la mamma, si rifugia nella soffitta della scuola a leggere un vecchio libro che si rivela magico; così Bastian “entra” nella storia e combatte contro il Nulla per difendere il mondo di Fantasia con l'aiuto di un drago volante e di un fanciullo guerriero. Suggestiva superproduzione tedesca, girata però in inglese, che all'epoca ottenne un grande successo grazie alla fiabesca vicenda del romanzo di Michael Ende (debitamente semplificata) e alla colonna sonora di Giorgio Moroder. Appassionante e non stucchevole.

L’appassionante storia di Lily Bloom, una donna che ha superato un'infanzia traumatica e intraprende una nuova vita a Boston per inseguire il sogno di una vita: aprire una propria attività. L'incontro casuale con l'affascinante neurochirurgo Ryle Kincaid fa nascere un legame intenso, ma mentre i due si innamorano profondamente, Lily inizia a vedere in Ryle lati che le ricordano il rapporto con i suoi genitori. Quando il primo amore di Lily, Atlas Corrigan, rientra improvvisamente nella sua vita, la relazione con Ryle viene stravolta e Lily capisce che deve imparare a contare sulle proprie forze per fare una scelta molto difficile per il suo futuro.

La gelosia divampa dopo che la direttrice di un collegio d'élite per ragazze diventa ossessionata da un nuovo studente.

Neal Cassady, seguace del grande scrittore americano Jack Kerouac, è il protagonista di questo film. Ha perso la vita in un incidente d'auto alla maniera di James Dean e di Fred Buscaglione. L'epoca è quella degli anni Cinquanta.