Il figlio di Mike Bongiorno racconta in questo documentario tutto l'amore di suo padre per una delle più belle montagne al mondo, il Cervino. Un viaggio attraverso il tempo, a contatto con la saggezza della natura più selvaggia, alla ricerca di una nuova "via" dentro se stessi. Al centro di questo racconto iniziatico, la spettacolare ascesa vissuta da un giovane uomo sulla via normale Italiana del Cervino aperta da J.A. Carrel nel 1865. A creare un ponte di collegamento tra i documenti e le testimonianze storiche della via alpinistica di 150 anni fa e quella di oggi, alcuni protagonisti d'eccezione che accompagnano l'ascesa del protagonista.

Majlis al-Jinn, un'immensa camera sotterranea situata in Oman, grande a sufficienza da poter contenere l'intera Piramide di Giza o una dozzina di Boeing 747. Dopo essersi calati in corda doppia a una profondità di 170 metri, Chris Sharma e Stefan Glowacz, formidabile cordata, intraprendono una scalata da record partendo dal punto più profondo della grotta. Lottando contro la forza di gravità per tutto il percorso, i due seguono l'enorme arco fino alla conquista della luce. Una scalata rivoluzionaria.

Questa è la storia di Raul e Pedro, un alpinista e un regista uniti da un sogno comune: scalare per la prima volta una montagna alta più di 8.000 metri. Per mesi, cineasta e alpinista viaggiano attraverso l'Himalaya alla ricerca di testimonianze, decidendo infine di tentare di salire l'ottava montagna più alta del mondo, il Manaslu, 8.163 metri. Il film racconta le avventure della spedizione, e cerca di scavare in profondità nelle motivazioni che si celano dietro il bisogno spirituale e trascendentale di camminare sulle montagne.

Questo documentario segue le imprese dello scalatore Jerzy Kukuczka e la sua ascesa alle vette più alte, prima della morte avvenuta nel 1989

Il film, Premio Oscar 1976 per il documentario, racconta dell’impresa eccezionale compiuta dal giapponese Yuichiro Miura che, dopo aver scalato l’Everest, la montagna più alta della Terra, il 6 maggio del 1970 ha avuto il coraggio di affrontarne, primo nella storia, la parziale discesa con gli sci sull’impressionante pendio ghiacciato con pendenze proibitive: due minuti fino a 160 km all’ora. Il documentario è la cronaca di questa eccezionale impresa narrata minuziosamente grazie al diario del coraggioso sciatore, che si è lanciato in quella “pazzesca” avventura fidando solamente sulla propria forza e sul paracadute che portava sulle spalle e che solo poteva frenarne la velocità prima della insuperabile crepaccia terminale.

La ricostruzione di un’audace salvataggio, per il debutto alla regia di Reinhold Messner. Settembre 1970: Gert e Oswald – due studenti austriaci, decidono di partire per il Kenya, dove intendono scalare il monte omonimo. Al momento di tornare indietro, però, Gert precipita, rimanendo gravemente ferito. Ha così inizio una delle storie di salvataggio in alta quota più avvincenti della storia dell’alpinismo, un’impresa durata nove giorni che Oswald ha trascorso interamente al fianco dell’amico.

Una delle più grandi avventure di tutti i tempi. Matteo Della Bordella, Ragni di Lecco, Silvan Schupbach e Christian Lederberger, decidono di esplorare una remota regione della Groenlandia, raggiungibile percorrendo in kayak un fiordo lungo 200km. Arrivati infine al loro obiettivo, riescono incredibilmente a salire in stile alpino e in libera a vista la parete inviolata dello Shark Tooth, il dente di squalo, su difficoltà altissime (7b+) e su una linea di 900 metri.

Quattro scalatori californiani sono i protagonisti di questo film: Lito Tejada Flores, Gary Colliver, Richard McCracken e Glen Denny che ha girato la maggior parte delle immagini. L'obiettivo dei quattro non è stato soltanto di carattere alpinistico, ma di offrire uno spettacolo cinematografico dove le immagini e i dialoghi dei protagonisti si fondono in un solo momento emozionale. Hanno scelto come palestra della loro abilità una parete di granito di 914 metri che si chiama "El Capitàn" e si trova nella valle dello Yosemite. La scalata de "El Capitàn" offre così un motivo ai quattro scalatori californiani di offrire il meglio del loro repertorio di bravura, tecnica e audacia

Alex Honnold è conosciuto come il più audace climber solista della sua generazione. In questo pericoloso gioco, com'è possibile conciliare l'ambizione con l'istinto di sopravvivenza? Dalla prima salita in free solo di un boulder di grado 8a, alle avventure su pareti lontane e non attrezzate, fino al record di velocità stabilito sul Nose, Honnold combatte con questo dilemma interiore e nel frattempo si prepara alla sua sfida più grande: la Yosemite Triple, dove in meno di 19 ore dovrà scalare Mt. Watkins, El Capitan e l'Half Dome, per il 95% in free solo.

Il mondo dell'arrampicata del Regno Unito è conosciuto per la sua rigorosa etica tradizionalista, la realizzazione di tracciati pericolosi e una forte competizione tra i giovani alpinisti, che rischiano la vita per dimostrare la loro audacia. È quindi l'ultimo posto dove ci si immagina di trovare una bella ragazza bionda, Hazel Findlay, prima donna a salire un 8c+/9a, che sta mettendo in ombra tanti colleghi. Dopo aver scalato le scogliere vicino a casa si unisce a Emily Harrington per affrontare le enormi pareti selvagge della Taghia Gorge, Marocco.

Chris Sharma, considerato per 15 anni il “re” dell'arrampicata, ha creato vicino alla sua casa in Catalogna una vera e propria mecca per chi è alla ricerca di vie impegnative. Oggi il ragazzo prodigio ceco Adam Ondra, 19 anni, approda nel territorio di Sharma per tentare di strappargli il titolo. I due cominciano così una battaglia all'ultimo spit per aprire il primo 9b+ della storia, mentre nello stesso luogo Sasha DiGiulian e Daila Ojeda abbattono gli standard femminili con salite da brivido.

Shark’s Fin sul Monte Meru è un leggendario pilastro di granito nell’Himalaya. Per Conrad Ankers è il sogno di una vita, per i suoi partner di cordata Jimmy Chin e Renan Ozturk è la sfida più grande della loro vita. Ma la montagna, che secondo la religione buddista rappresenta il centro dell’universo, respinge il loro primo tentativo di raggiungere la vetta. Questo accade nel 2008. Tre anni più tardi ritornano di nuovo in India. Per Renan il secondo tentativo di vincere i 900 metri di granito rappresenta anche un ritorno alla vita. Sei mesi prima è stato vittima di un grave incidente sugli sci, dal quale ha riportato una frattura alla testa e di una vertebra. La dichiarata intenzione di volere scalare una montagna alta 6310 metri non è stata accolta molto positivamente dai suoi medici, ciò nonostante Ronan ha continuato ad allenarsi con disciplina ferrea. Può contare sull’aiuto di Conrad e Jimmy, l’unico nemico è il suo corpo.

Dalle Ande all’Himalaya, dal Fitz Roy al Makalu, alla Torre Mustagh, senza dimenticare la parete Ovest dei Drus: Guido Magnone, si è imposto come uno dei giganti dell’alpinismo degli anni Cinquanta. Ex studente di Belle Arti e campione di nuoto, ha fatto parte di quegli spiriti avventurosi che hanno osato tentare di salire da pionieri le montagne più alte della Terra. Anche a novant’anni, l’età che aveva quando è stato girato questo film, Magnone, morto 95enne nel 2012, continuava a emanare la stessa passione per le sfide e la rievocazione delle sue spedizioni gli provocava sempre un grande fremito. Nel film lo vediamo ricordare i venti terribili che spazzano la Patagonia argentina, ma anche ricordare gli sherpa nepalesi e la loro passione mistica per gli Dei delle cime.

Agostino Gazzera, detto Gustin, era un operaio della Fiat innamorato dell’alpinismo, che negli anni Cinquanta sognava di percorrere le vie di montagna aperte da alpinisti leggendari come Cassin, Boccalatte e Gervasutti. Nonostante il poco tempo a disposizione, con quella determinazione tipica della sua generazione, inforca una bicicletta vecchia e arrugginita per raggiungere le Alpi con una corda di canapa e qualche chiodo fatto in casa. La curiosità lo spinge sempre più in alto facendogli vivere esperienze mitiche tra le vette cuneesi e i quattromila valdostani. Oggi Gustin ha conquistato tutte quelle vette, dal Monviso al Cervino fino “all'università dell'alpinismo”, il Monte Bianco, senza mai dimenticare il mondo da cui proveniva.

Storie di amicizia, amore, rischio e lutto attraversano in profondità l’intimo viaggio del sogno di un uomo. L'impulso per l'esplorazione risuona nella prima salita britannica della parete nord dell'Eiger, nelle nuove vie sul Monte Bianco, nell'ascesa di "The Old Man of Hoy" e sulle vette vergini di Annapurna 2, Nuptse e la Torre Centrale di Paine. Il film ripercorre la vita di uno degli alpinisti più celebri, Sir Chris Bonington: dalle arrampicate su roccia nel Regno Unito fino alle ascensioni visionarie sulle vette dell'Himalaya.

Un inconsueto film sulla montagna: girato dalla prospettiva di Stephan Siegrist, narra la storia di due cordate che, all’inizio dell’estate del 2007, affrontano l’Arwa Tower, uno straordinario seimila situato nel Garhwal Himalaya, in India. La prima cordata, composta da Stephan Siegrist, Thomas Senf e Denis Burdet, prende di mira i quasi mille metri della parete settentrionale, mai scalata prima, superando innumerevoli passaggi di difficoltà estrema in artificiale e libera. Il nome che danno alla via è “Lightning Strike”, colpo di fulmine (900 m, VI, M5, 5.9, A3), ispirato alle marcate fessure della parte inferiore, che solcano la roccia come i segni lasciati da un fulmine. La seconda cordata è composta da due donne, Ines Papert e Anita Kolar, ma causa delle pessime condizioni atmosferiche,le due forti alpiniste sono costrette ad interrompere il proprio tentativo a soli 200 metri di dislivello dalla meta.