Seconda di quattro fratelli, Jeannette cresce con una madre immatura e capricciosa, più attenta agli scorci da dipingere che alle necessità dei figli, e un padre affettuoso ma alcolizzato. Quando non è ubriaco, Rex Walls si getta in progetti sconsiderati, elabora complesse strategie di guadagno e infarcisce la mente dei figli di aneddoti bizzarri e fantasiosi, che col tempo alle due sorelle maggiori non bastano più. L'immaginario castello di vetro, che lo sconclusionato genitore progetta un giorno di costruire per le bambine, diventa perciò simbolo dei fallimenti e delle promesse infrante. Ma anche dei guizzi della follia e dell'immaginazione.

Ambientato dopo il terremoto e lo tsunami di Tohoku, il quattordicenne Sumida Yuichi vuole diventare un ragazzo normale e vivere una vita decente. Il suo ambiente però lo trascina ripetutamente nel fango. Gestisce l'attività di noleggio di barche dei suoi genitori, che si trova vicino a un lago anonimo. Sua madre torna spesso a casa con uomini diversi e presto lo lascia completamente. Suo padre viene solo in cerca di soldi. Chazawa Keiko è una compagna di classe di Sumida Yuichi. Ha una forte cotta per Yuichi. La vita domestica di Keiko non è molto migliore di quella di Yuichi. Sua madre costruisce una forca con un cappio in modo che Keiko possa togliersi la vita. Sua madre crede che la sua vita sarebbe migliore senza Keiko.

Un alto funzionante implicato in un imbroglio finanziario, è il testimone chiave per smascherare il reato. Per garantirne l'incolumità, verrà inserito, insieme alla sua famiglia, nel programma Protezione Testimoni e nascosto nella casa di Madea...

Storia di due sorelle cantanti, Sadie (Jason Leigh) e Georgia (Winningham). Georgia ha talento, famiglia, equilibrio e successo. Sadie è drogata, puttana, instabile e canta pure male. Georgia aiuta continuamente la sorella, le dà denaro, ciclicamente la ricovera per disintossicarla, la tiene con sé. E la soccorre in palcoscenico quando è in difficoltà. Naturalmente le due sorelle si odiano più che amarsi. La gratitudine, poi, è qualcosa che finisce sempre per esplodere. Ed esplode nell'incontro finale, dopo una vita intera di emozioni represse.