Atto I: in una fattoria dell'Emilia crescono insieme Olmo, figlio di contadini, e Alfredo, erede del padrone, nati nello stesso giorno del 1900. Dopo i primi scioperi nei campi e la guerra 1915-18, il fascismo agrario dà una mano ai padroni. I due giovani si sposano. Atto II: negli anni '30 le strade di Olmo e Alfredo si separano. Il primo, vedovo, fa il norcino e continua la lotta; il secondo si rinchiude nel privato. Il 25 aprile 1945 si processano i padroni, e i due si ricongiungono. Fondato sulla dialettica dei contrari: è un film sulla lotta di classe in chiave antipadronale finanziato con dollari americani; cerca di fondere il cinema classico americano con il realismo socialista sovietico (più un risvolto finale da film-balletto cinese); è un melodramma politico in bilico tra Marx e Freud che attinge a Verdi, al romanzo dell'Ottocento, al mélo hollywoodiano degli anni '50. Senza evitare i rischi della ridondanza, Bertolucci gioca le sue carte sui due versanti del racconto.

La storia vera di Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che visse nel borgo di Sankt Radegund: fervente cattolico, nel 1938 all'arrivo dei nazisti fu l'unico del suo paese a votare contro la Anschluss, l'annessione alla Germania di Hitler. Scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, nel 1943 si rifiutò di arruolarsi nell'Armata dell'Asse e per questo fu giustiziato.

Penisola di Taman, Crimea, 1943, durante la seconda guerra mondiale il caporale Rolf Steiner opera in un plotone di esploratori, un'unità scelta che compie azioni in profondità nelle linee sovietiche; è un uomo disilluso dalla guerra ma nel contempo un militare dalle grandi capacità e per questo tenuto in grande considerazione dal comandante del reggimento, il colonnello Brandt, che gli lascia ampia libertà di azione.

Quattro giovani ebrei sopravvivono al Terzo Reich nel bel mezzo di Berlino vivendo in modo così avventato da diventare "invisibili".

Seconda guerra mondiale. Quattro giovani nordafricani, ognuno con la propria vita: Messaoud l'innamorato, Yassir il mercenario, Said il povero che cerca fortuna all'estero e Abdelkader l'idealista. Dopo un breve periodo di addestramento, vengono mandati combattere i Tedeschi in diversi teatri europei: la celebre battaglia di Montecassino, risoltasi in un carnaio, l'arrivo in Provenza, l'avanzata nella valle del Rodano e la spedizione nell'Alsazia. Nel corso della campagna militare, si rendono conto che solamente i soldati francesi sono promossi, hanno cibo migliore e possono visitare le proprie famiglie, mentre i nordafricani sono vergognosamente discriminati e trattati come combattenti di second'ordine.

Impegnata nella Resistenza francese, Louise fugge a Londra dopo l'assassinio del marito. Qui viene assunta dal SOE, un servizio segreto di intelligence creato da Churchill. Un ufficiale britannico viene catturato dai tedeschi e messo sotto torchio. C'è pochissimo tempo prima che l'uomo parli dell'imminente sbarco in Normandia. Louise deve reclutare un gruppo di donne e portare a termine ad ogni costo la missione. Tutti i mezzi sono leciti: seduzione, bugie, ricatto, estorsione. Paracadutate di nascosto nella Francia del nord, le cinque donne sono sole, ben determinate e desiderose di dare un nuovo futuro alla loro nazione.

Hollywood, 1942. Il governo degli Stati Uniti fa pressione sul regista ungherese Michael Curtiz, che sta per finire le riprese di «Casablanca», per accentuare il messaggio di propaganda del film al fine di influenzare l'opinione pubblica a favore dell'intervento del paese nella guerra europea.

Nel 1944, un sergente tedesco riceve dal suo generale il delicato incarico di preparare un incontro con gli americani in vista delle trattative per la pace separata che dovrebbe esserci dopo la morte di Hitler, eliminato dal complotto degli ufficiali antinazisti. La missione riesce, ma, fallito l'attentato del 20 luglio contro il Führer, il sergente è costretto a continuare a combattere.

La domanda è rivolta ai giovani visitatori di una mostra sulla Shoah allestita in occasione del cinquantesimo anniversario della liberazione dei campi di sterminio. La voce fuori campo è la voce di Jancsó.