Un'avvincente lezione di storia – ma con riflessioni che toccano anche la contraddittoria natura dell'homo sapiens/demens – è questo documentario, tratto da 30 ore di interviste a Cambridge (Massachusetts), che è pure un vivido ritratto di Robert McNamara, studioso di logica, etica, statistica, docente all'università di Harvard, presidente della Ford, segretario della Difesa dal 1961 al 1968 prima con Kennedy e poi con Johnson, figura-chiave della politica statunitense nel Novecento.
Conquistata Bagdad è ora il momento di trovare quelle armi di distruzione di massa che hanno scatenato il conflitto. L'ufficiale Roy Miller è a capo di una delle molte squadre che ogni giorno si recano nei siti indicati dalla CIA come probabile nascondiglio delle famigerate armi senza trovare nulla, ma diversamente da altri desidera saperne di più. Entrato in possesso grazie alla soffiata di un contatto locale di un libretto che indicherebbe i luoghi dove si nasconde il Generale Al Rawi (il Jack di Fiori secondo il mazzo di carte fornito dal governo e probabilmente l'unico uomo a conoscere la verità sulle armi di distruzione di massa) ma obbligato a non procedere dai suoi superiori, decide di trovarlo da solo e salvarlo dai suoi colleghi che, invece che interrogarlo, vogliono ucciderlo.
Anche la lotta per l’indipendenza può essere vissuta come una “sporca guerra”: è ciò che accade, durante la Rivoluzione Americana, a Tom Dobb, un pescatore che si ritrova a combattere - così come il figlio Ned - per una causa che non è la sua.
Mentre è in movimento, la pattuglia di Denis cade in un'imboscata. Ritrovatosi da solo, Denis mette il piede su una mina e rimane bloccato nel bel mezzo di un arido deserto. Qualora si muovesse, Denis rischierebbe la morte: psicologicamente a pezzi, deve cercare di resistere fisicamente in una condizione dalla quale da solo potrebbe non avere scampo. Pertanto, è costretto ad attendere l'arrivo degli sminatori, gli unici in grado di disinnescare l'ordigno seguendo le istruzioni riportate sullo stesso.