Il capitano Jacques-Yves Cousteau è stato uno dei grandi esploratori del XX secolo, un regista e amato avventuriero che ha documentato le meraviglie sotto l’oceano con attrezzature rivoluzionarie. Il suo lavoro è diventato sinonimo di un’esistenza trascorsa in mare e sulla sua famosa barca, la Calypso. Ha scritto più di 50 libri sulla sua vita acquatica e ha inventato l’Aqua-Lung, superando i confini delle immersioni subacquee. Tuttavia, è stato con il suo ruolo da ambientalista che Cousteau ha avuto un forte impatto, mettendo in guardia il mondo sul riscaldamento degli oceani decenni prima che la crisi climatica facesse notizia. Fondamentale il contributo alla protezione dell’Antartide, l’intuizione di Cousteau su ciò che deve essere fatto per il pianeta continua a ispirare generazioni.

La pellicola in Super 8, recuperata e digitalizzata dal Laboratorio Multimediale di Ateneo, ha una durata di circa cinquanta minuti e racconta in modo molto efficace e non retorico il passaggio dalla istituzione manicomiale, intesa come luogo di costrizione deputato al “mantenimento dell’ordine sociale”, all’apertura dei centri di igiene mentale e delle case-famiglia, luoghi di cura e di presa in carica del malato. In particolare, il documentario racconta l’esperienza di una piccola comunità in una frazione del Comune di Lamporecchio-Orbignano, in cui alcuni ex degenti dell’ospedale psichiatrico di Pistoia sono stati accolti per tre mesi, prima di essere avviati ai servizi sul territorio. In pratica, con la collaborazione degli enti locali e di comitati cittadini, fu creata una “comunità protetta”, cioè una struttura intermedia tra ospedale e casa-famiglia, in cui gli ospiti potevano gradualmente acquisire autonomia e imparare ad autogestirsi.