Il 5 luglio 1984 Diego Armando Maradona arriva nella squadra di calcio del Napoli. Seguiranno sette anni in cui il carismatico campione argentino condurrà il Napoli a vincere il titolo di campione d'Italia e nelle gare internazionali. Il successo però presenterà il conto al campione, che ben presto si sentirà come prigioniero della città.

È il 1950 e il Brasile intero ha la radio all'orecchio o gli occhi puntati al piccolo schermo: è una questione di orgoglio nazionale. La sconfitta in casa, per mano dell'Uruguay, nell'ultima partita dei Mondiali di Rio, getta il paese in uno stato di prostrazione collettivo e devastante. Attraverso la messa in discussione della pratica della ginga, espressione di un calcio felice e spettacolare, i brasiliani mettono in discussione la loro stessa identità e la loro visione del mondo. Ma non il piccolo Dico, 9 anni, folletto del calcio giocato senza scarpe tra i vicoli di Bauru. Colpito dalla tristezza sul volto del padre, Dico gli promette che un giorno porterà il Brasile alla vittoria, e dodici anni dopo, in Svezia, onorerà quel primo voto e si farà conoscere dal mondo intero col nome di Pelé.

Nella Glasgow della fine degli anni '90, nei sobborghi proletari, vive Joe, ex alcolista, disoccupato: sopravvive con il sussidio e facendo qualche piccolo lavoro in nero, allena una piccola e sgangherata squadra di quartiere, composta da ragazzi problematici, drogati, emarginati sociali, fra cui Liam, amico di Joe.

A Parigi nel 1943 un generale della Wehrmacht, appassionato di calcio, promuove una partita tra la nazionale tedesca e una squadra formata da prigionieri di guerra alleati. È un'operazione di propaganda bellica, ma la Resistenza francese ne approfitta per organizzare durante l'intervallo l'evasione dei prigionieri che, invece, per orgoglio sportivo, rimangono in campo, strappando un pareggio nonostante un arbitraggio scandaloso, e riuscendo a fuggire, mescolati alla folla festante che ha invaso lo stadio.

Germania, estate 1954, Matthias Lubanski (Louis Klamroth) ha undici anni. Vive con la madre e i fratelli in attesa del ritorno del padre Richard dal periodo di prigionia in Russia. Il ragazzo ha una smisurata passione per il calcio e il suo più grande idolo è la star della nazionale tedesca, Helmut Rahn (Sacha Göpel). Il calciatore, diventato per Matthias un sostituto della figura paterna, adotta il ragazzo come mascotte e gli chiede di seguirlo nei campionati mondiali di calcio che si svolgeranno in Svizzera, quella stessa estate. Purtroppo, il ritorno di Richard Lubanski, indurito dagli anni di guerra e prigionia, rompe gli equilibri nella vita del figlio, impedendogli di coronare il suo sogno e di raggiungere i suoi beniamini. Ma il cammino della nazionale non conosce ostacoli e l’undici tedesco è vicino a raggiungere la finale. Per Matthias è ancora tempo di sognare…

Il maturo Chester Lee aspetta da anni una promozione nella ditta di Dave Mullen, in cui lavora come venditore, anche per poter finalmente sposare Bess, madre di Matthew. Ma sulla sua testa incombe il licenziamento e per salvare il posto di lavoro fa sapere a Mullen di essere stato da giovane un grande calciatore. Proprio quello che ci vuole per riportare nei quartieri alti della classifica la squadra di calcio femminile sponsorizzata dalla ditta.

George Best è considerato uno dei calciatori più forti di tutti i tempi. Ma più che le sue giocate calcistiche viene ricordato per il suo stile di vita esuberante, la sua ironia e la tragica fine a cui lo ha portato l’alcolismo. Suo figlio Calum è nato in California quando suo padre, come tante star dell’epoca aveva deciso di lasciare l’Europa per tentare l’avventura del “soccer” in America