Documentario su una scalatrice nepalese che si gioca tutto in un'ascesa da record del Monte Everest per assicurare alle figlie un futuro migliore.

Tre esperti scalatori sacrificano tutto - tranne la loro amicizia - e combattono la perdita e l'avversa natura mentre tentano di completare la scalata alla "pinna di squalo" del Meru, una delle pareti più ripide dell'Himalaya.

Nel 1999 il famoso alpinista americano Conrad Anker, impegnato in un avventuroso viaggio sul Monte Everest, trova il corpo dell'esploratore George Mallory, 75 anni dopo la scomparsa di quello che fu il primo uomo a tentare di raggiungere la vetta più alta del mondo. Da questo momento la vita di Conrad, segnata da tale straordinaria scoperta, si intreccia all'incredibile storia di George Mallory.

Il racconto di un viaggio attraverso l’Italia alla scoperta di parchi nazionali, naturali e regionali con i loro ambienti unici e suggestivi. Nato da un’idea di Gian Luca Gasca, giornalista e alpinista, il documentario segue la linea del Sentiero Italia CAI, l'itinerario escursionistico che, con i suoi 7850 km, abbraccia l’intero Paese attraversando Alpi, Appennini e le due isole maggiori, Sicilia e Sardegna. È lo stesso Gian Luca a percorrerlo, trasmettendo, oltre che la sua passione, l’importanza dell’opportunità, sostenuta sin dall’inizio dagli artefici del progetto, di combinare le tappe del sentiero con l’utilizzo di mezzi pubblici: uno strumento di avvicinamento per rendere il trekking ancor più ecosostenibile e scongiurare l’abbandono di molte aree montane del nostro territorio.

La prima salita del Cervino fu effettuata il 14 luglio 1865 da Edward Whymper, Francis Douglas, Charles Hudson, Douglas Hadow, Michel Croz e due guide di Zermatt, Peter Taugwalder padre e figlio. Douglas, Hudson, Hadow e Croz vengono uccisi durante la discesa dopo che Hadow scivola e trascina gli altri tre uomini lungo la parete nord. Whymper e i due Taugwalder, sopravvissuti, vengono poi accusati di aver tagliato la corda che li univa al resto del gruppo per non essere trascinati nella caduta, ma le successive indagini non trovano prove della loro colpevolezza e vengono assolti. . . Il Cervino fu l'ultima grande vetta delle Alpi ad essere conquistata e la sua ascesa segnò la fine dell'epoca d'oro dell'alpinismo. Centocinquanta anni dopo, una squadra intraprende la stessa spedizione per svelare il mistero.

Denis Urubko è uno dei più forti alpinisti himalayani di tutti i tempi: ha scalato ogni cima di 8000 metri senza ossigeno supplementare, aprendo nuove vie in stile alpino su Broad Peak, Manaslu, Cho Oyu e Lhotse. Ha anche effettuato le prime invernali del Makalu e del Gasherbrum II. Alla sua leggenda si sono aggiunti l'incredibile salvataggio di Elisabeth Revol in perdizione sul Nanga Parbat nel gennaio 2018, e quello di circa altri otto alpinisti. La storia di Urubko è semplicemente unica, ci racconta di lui e del suo viaggio per diventare il migliore in altissima montagna. Denis Urubko non è solo un alpinista eccezionale, è una vera leggenda le cui gesta rimarranno impresse nella storia dell'alpinismo.

"L'Ascension Des Aiguilles Ravanel Et Mummery", salita da giovani guide in pantaloni da ciclista: i fratelli Armand Charlet e Georges Charlet, Arthur Ravanel, Henri Couttet e Charles Balmat. Il film è stato girato da Georges Tairraz II, fotografo di montagna di Chamoniard, rappresentante della terza generazione di una famiglia di fotografi e registi di montagna. Il film di George Tairraz II getterà le basi di una visione francese del cinema di montagna; Negli anni '30 emerse una scuola francese di cinema di montagna, meno espressionista, più essenziale e realistica della scuola tedesca. Questi sono i film di Marcel Ichac, Roger Frison-Roche, Samivel, Georges Tairraz II, ecc. Si sviluppa secondo i principi fissati da Marcel Ichac, in opposizione alla scuola tedesca. Si tratta sia di uscire dalla visione drammatica della montagna sia di mettere la montagna e gli alpinisti al centro della trama.

“Flames de Pierre” è il primo documentario realizzato dallo stesso Gaston Rébuffat nel 1947. Ritrae Rébuffat in piena ascesa delle Flammes De Pierre, creste selvagge nel cuore del massiccio del Monte Bianco che domina Chamonix. Come Roger Frison-Roche, Walter Bonatti, René Desmaison o Giusto Gervasutti, Gaston Rébuffat ha scritto e filmato le grandi pagine dell'alpinismo contemporaneo ma soprattutto ha saputo raccontarlo con sufficiente poesia perché non si trattasse di semplici storie di corse ermetiche . per gli spettatori. Storie che hanno fatto scattare molti lettori, che grazie a lui hanno conosciuto "le fiamme di pietra".