Disavventure di un cow-boy che non accetta i cambiamenti sociali in atto, col conseguente declino del mito della frontiera e degli ideali della Vecchia America. Anacronistico e disadattato, l'uomo vaga senza una meta, finché non finisce in prigione. Riuscito a fuggire, si rifugia in Messico. Parabola triste sulla fine di un mondo e riflessione amara sulla decadenza della figura del cow-boy. Si può leggere in filigrana la storia dello sceneggiatore Dalton Trumbo, finito sulla lista nera per le sue idee politiche. Tratto dal romanzo di Edward Abbey, The Brave Cowboy.

Un adolescente aspira a diventare cowboy. Acquistata la sua prima pistola, si unisce ad un gruppo di mandriani. Durante il viaggio, sconvolto dai sanguinosi scontri con alcuni ladri di bestiame, banditi violenti e cinici proprietari di pascoli, il ragazzo cambia i progetti sul suo futuro.

Un ricco fattore tratta duramente tre figli, che lo detestano, mentre è più umano col quarto, nato da una sua relazione con un'indiana. Il suo carattere dispotico lo manderebbe in galera se il minore dei suoi figli non si assumesse la responsabilità di un incidente, finendo in prigione al posto suo. Quando esce, il padre è morto e i fratelli lo allontanano. Lui vorrebbe vendicarsi, ma la madre lo induce a desistere. Gli altri finiranno male.

Dopo un colpo tre banditi nascondono una cassa piena d'oro nel deserto. L'avventuriero Cole però uccide uno dei tre e recupera l'oro. I due sopravvissuti, che hanno in ostaggio il testimone del furto, un ciabattino, si danno all'inseguimento di Cole, a sua volta inseguito dalla figlia del ciabattino che si è innamorata di lui.

Lee, figlio di un allevatore, è indolente e predisposto alla delinquenza; il fratellastro Owen invece è un ottimo lavoratore e cerca di portare Lee sulla retta via. Non vi riuscirà, tanto che sarà costretto a eliminarlo per legittima difesa.